Ora basta, sostengono le organizzazioni mantello Santésuisse e Curafutura. Appena poche settimane dopo l'annuncio dell'imminente apertura di un nuovo centro cardiologico presso l'ospedale cantonale di San Gallo, le associazioni mantello delle casse malati hanno presentato un ricorso al Tribunale amministrativo federale. “Come associazione abbiamo il diritto di ricorso solo dall'inizio del 2024. E lo applichiamo per la prima volta”, sottolinea la direttrice di Santésuisse Verena Nold sulle colonne del Tages-Anzeiger. Le casse malati stimano che i 16 centri cardiologici di cui già dispone il Paese siano più che sufficienti a coprire i bisogni della popolazione. Per fare un confronto, la Svizzera conta oggi circa 1,9 centri cardiologici per milione di abitanti, mentre Germania e Francia hanno un tasso di 0,94. Un 17esimo centro servirebbe quindi solo ad aumentare i premi degli assicurati.
Inoltre gli abitanti di San Gallo possono recarsi all'ospedale di Zurigo, che dista un'ora di macchina, oppure all'ospedale di Münsterlingen (TG), che dista 40 minuti. “Il che è del tutto accettabile”, ritengono le organizzazioni ombrello. L'assistenza cardiaca per gli abitanti dei tre cantoni della Svizzera orientale (San Gallo e i due Appenzello) viene quindi fornita già oggi “fuori cantone” e non ci sarebbero liste d'attesa. Un nuovo centro rappresenterebbe solo costi aggiuntivi, mentre nel 2023 gli ospedali di San Gallo hanno già perso circa 100 milioni di franchi e sono stati fatti notevoli tagli di posti di lavoro.
Interpellato, l'ospedale cantonale di San Gallo non ha voluto rispondere. Ma si riferisce a un rapporto dal quale emerge che, se in Svizzera l'assistenza sanitaria è davvero sovrabbondanza, nella Svizzera orientale non è così. Inoltre i calcoli finanziari mostrano un risultato positivo per il futuro centro, che potrebbe collaborare strettamente con gli ospedali zurighesi. I trapianti, ad esempio, rimarrebbero a Zurigo.