Sport, 09 giugno 2024

Nel ricordo di Mäder parte il nostro giro

Oggi al via il TdS. Un anno fa Gino moriva nella discesa dell’Albula

LUGANO - Oggi parte il Tour de Suisse numero 87. Saranno 8 tappe mozzafiato, da Vaduz a Villars sur Ollon, con una tre giorni ticinese che promette molto (si arriverà dapprima sul Gottardo e poi a Carì). Mancheranno purtroppo i nomi forti del momento, gli specialisti: i vari Pogacar, Evenepoel e Roglic sono già concentrati sul Tour de France, al quale potrebbe anche partecipare il dominatore degli ultimi due anni Vingegaard, le cui condizioni fisiche sono però incerte. Staremo a vedere. Si diceva del Tds: l’edizione che ci apprestiamo a seguire porta con se il ricordo indelebile del nostro Gino Mäder, morto un anno fa proprio sulle strade della corsa più importante della Confederazione. Un corridore su cui si puntava per il futuro e che ha mosso i suoi primi passi in Ticino, come ci spiegava Alfredo Maranesi, presidente del Velo club Mendrisio, per il quale il sangallese ha corso nel 2017. 


“Mäder era certamente uno dei corridori più interessanti del nostro movimento. È stato con noi a Mendrisio per poco tempo ma durante quel periodo ci ha conquistati per la sua umanità e la sua simpatia. Un atleta anche sfortunato, visto che la sua breve carriera è stata costellata da tanti infortuni e problemi provocati dal Covid”.


Una storia, quella del suo passaggio nel Velo club Mendrisio, da raccontare. Ancora Maranesi: “Aveva appena finito il militare e cercava un club in cui maturare. E il nostro gli dava questa possibilità. A Mendrisio abbiamo sempre lavorato con i giovani, formando corridori che sono poi diventati famosi. Cito per esempio Marco Vitali, Rocco Cattaneo, Michael Albasini, Gregory Rast, Rocco Travella e Andrea Bellati”.


Mäder, secondo gli esperti, avrebbe potuto diventare uno degli uomini di punta del ciclismo svizzero. “Era considerato uno dei migliori, a livello di Marc Hirschi. Un passista scalatore molto coraggioso e determinato”, Maranesi dixit.


Il fatale incidente che costò la vita a Mäder avvenne il 16 giugno dello scorso anno nella discesadell’Albula. Nello stesso rimase coinvolto anchel’americano della Ineos Magnus Sheffield. I dueciclisti finirono drammaticamente in un dirupo sottostante. Gino morirà il giorno dopo all’ospedale di Coira dove, malgrado i tentativi dello staff medico, non è riuscì a sopravvivere alle ferite riportatenell’impatto. Sheffield, per contro, si procurò una commozione cerebrale. Ricordiamo che Mäder (nato il 4 gennaio del 1997) correva per la Bahrain Victorius ed era diventato professionista nel 2019. Ha gareggiato alle Olimpiadi di Tokio nella gara inlinea e fra i suoi migliori risultati vanno citati
una tappa al Giro d’Italia e una al Tour de Suisse del 2021. Ha vinto anche la classifica dei giovani alla Vuelta sempre nello stesso anno e davanti a Egan Bernal. Lo svizzero è arrivato quinto alla Parigi-Nizza del 2023.


Veniamo alla corsa: Mattias Skjelmose Jensen, vincitore a sorpresa nel 2023, è il corridore da battere? Così sembrerebbe. Anche se lista dei candidati al successo non si ferma al danese. Al via ci saranno infatti il colombiano Egan Bernal, un talento fermato dagli infortuni ma capace di vincere un Tour de France nel 2019, lo spagnolo Enric Mas, l’ecuadoregno Richard Carapaz, il britannico Thomas Pidcock e il portoghese Joao Almeida, tutta gente in grado di opporre una forte resistenza a Skjelmose. Non dimenticheremmo però anche il nostro Marc Hirschi, desideroso di rivincite, e il giovane messicano Isaac Del Toro, a proposito del quale Mauro Gianetti, CEO della UAE Emirates, tempo fa ci disse: “Questo corridore ha talento e in futuro potrebbe essere uno dei grandi protagonisti delle corse a tappe. Non a caso lo scorso anno ha vinto il Tour de l’Avenir, una gara che di solito è terra di conquista solo per potenziali campioni”.


Skjelmose, Bernal, Mas, Carapaz e Pidcock sono comunque i nomi forti per questo Tour de Suisse, che prevede 8 tappe. La prima è in programma oggi con la cronometro di Vaduz poi, a seguire, dopo due frazioni sulla carta non terribili, ci saranno ben quattro arrivi in salita: sul Passo del San Gottardo, a Carì, a Blatten Belalp (ascesa breve ma impegnativa) e Villars sur Ollon. L’ultima tappa, una cronometro, potrebbe però decidere la corsa. Il tracciato misura nel complesso 948,7 chilometri e potrebbe favorire passisti che si destreggiano bene anche in salita e sono capaci di tenere il ritmo a cronometro.


RED.

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