Agli Europei, però, è nata una speranza, è rifiorito un modo di giocare che quasi avevamo dimenticato: si chiama Spagna, si chiama De La Fuente, CT preparato e colto, si chiama Yamal, stella nascente di un football malato. Questa nazionale è il frutto di un lavoro nato nelle giovanili ed esploso fra i grandi: messo da parte il tiki taka, ora gli iberici giocano in modo arioso con spettacolari triangolazioni. In barba alle leziose e noiosissime costruzioni dal basso, in barba a tecnici che pensano ancora che basti la concretezza e il cinismo per far felici i calciofili. La Spagna ha messo in vetrina i suoi assi, la sua manovra corale, e tanto coraggio; ed ha ragione Lele Adani, commentatore appassionato della RAI: “Avesse perso dalla Germania, alla quale è stato negato un rigore evidente, in terra iberica non avrebbero montato processi ma avrebbero continuato nel loro progetto. È il coraggio delle idee, che in Italia per esempio non abbiamo da secoli”.
Oggi la Spagna è una splendida realtà e le dobbiamo moltissimo: le serate trascorse alla TV non sono state invano. E ora in molti si chiedono: potrà la squadra di De la Fuente ripetersi ai Mondiali del 2026? Siamo sicuri di sì, anzi: la Roja è idealmente la grande favorita della prossima rassegna iridata. In giro non c'è molto. Qualcuno potrebbe obiettare: e gli argentini campioni del mondo e della recentissima Coppa America? Fra due anni non ci sarà più Messi e per la Seleccion questo sarà un grosso handicap. E il Brasile? Peggio che andar di notte: Neymar ormai è bollito (il suo sport preferito ora sono i social), il CT Dorival non è degno di stare sulla panchina della nazionale più amata al mondo (21 squadre allenate in 23 stagioni la dicono lunga sul suo conto) e i giovani talenti hanno ancora molto da dimostrare. La Francia e la Germania continueranno con Deschamps e Nagelsmann, ma dovranno cambiare qualcosa a livello tecnico: inaccettabile che una squadra come i Bleus, dotata di tanta qualità, giochi un calcio così sparagnino e inguardabile. L’ Italia, dal canto suo, è in pieno caos e non ha giocatori di talento (Donnarumma a parte); l’Inghilterra che ha fatto della continuità la sua arma migliore, aspetta di sapere chi sarà il suo nuovo tecnico dopo la partenza di Soutghate. Belgio, Olanda e Portogallo non offrono granché. Semmai attenti alla Colombia: dinamica, coraggiosa e piena di giovani interessanti. Ma il nostro giudizio non cambia: Spagna gran favorita. A due anni di distanza, senza ombra di dubbio.
JACK PRAN