MIAMI (USA) – Hailey Davidson vola veloce verso l’ingresso nell’LPGA Tour, il circuito femminile di golf più importante al mondo. E fin qui non ci sarebbe nulla che potrebbe far discutere, ma fino al 2015 Davidson ha gareggiato tra gli uomini. Infatti in seguito una terapia ormonale e l’intervento di riassegnazione di genere avvenuto nel 2021 le hanno cambiato la vita e anche il circuito professionistico. Si tratta, insomma, del primo caso transgender nel golf che divide gli addetti ai lavori.
Nata in Scozia, e poi trasferitasi in Florida, Hailey Davidson ha 31 anni ed è diventata la prima golfista nata uomo ad aver vinto gare femminili, sfiorando anche il pass per lo US Open. Ora come tutte le colleghe, ha intrapreso la trafila delle Qualifyng School per accedere al circuito professionale.
Il golf è da sempre un esempio di inclusione, oltre che di spettacolo come quello vissuto negli ultimi giorni a Crans Montana, ma il vissuto di Hailey sta storcere il naso a diverse sue colleghe. La schiera di chi non lo vorrebbe si è arricchita anche della posizione di Amy Olson, una giocatrice che ha lasciato qualche mese fa per fare la mamma a tempo pieno, che l’ha definita ‘unfair, ovvero sleale. La Olson ha detto di pensare alle colleghe che hanno lavorato “troppo duramente e troppo a lungo per essere costrette a competere con un uomo. La strada giusta è una politica basata sul sesso e non sul genere”.
Al giornalista Mark Harris, una collega di Hailey, dietro la garanzia dell’anonimato, ha usato parole decisamente dure: “Se castri un cane maschio, resta sempre un cane maschio. Non li chiamiamo mai cani femmina”,
Il LPGA Tour, invece, ha scelto la policy dell’inclusione, fin dal 2010, ovvero da quando per giocare nel Tour non è più obbligatorio essere ‘di sesso femminile dalla nascita’. Sta alle dirette interessate produrre un’adeguata documentazione, tra cui una dichiarazione scritta dove si autocertifica di essere donna, la nota medica dell’avvenuto intervento di riassegnazione di genere e un certificato di almeno un anno di terapia ormonale mirata a mantenere i livelli di testosterone entro un intervallo specifico.
“Non capirò mai gli atleti che danno la colpa dei propri fallimenti a un concorrente transgender – ha scritto la Davidson su Instagram – Se non ti assumi la responsabilità, non sarai mai abbastanza bravo per farcela”.
Esiste comunque un precedente nel golf internazionale ed è quello di Mianne Bagger che, nato uomo, iniziò a giocare a otto anni bruciando le tappe, fino all’intervento e all’ingresso a 37 anni sul Ladies European Tour, dove conquistò diverse top ten nel mondo, ma che a 58 anni è molto più cauta sulla presenza di transgender nel golf. “Non sono d’accordo con le attuali politiche che richiedono sempre meno interventi medici a una persona con un corpo maschile che mette piede nello sport femminile”, ha detto.