Opinioni, 10 settembre 2024

Le ammucchiate anti-“destra” e i biechi tentativi di censura

Immigrazione: svolta a destra del PLR? Non facciamo ridere i polli, sono solo blabla

Come c’era da aspettarsi, la scorsa domenica, alle elezioni nei due Land tedeschi di Turingia e Sassonia, l’Alternative für Deutschland (AfD) ha sbancato, ottenendo percentuali sopra il 30%. E’ invece crollata la coalizione governativa “a semaforo”; in particolare i Verdi-anguria.
 
Inutile dire che la stampa di regime, anche alle nostre latitudini, insiste nel pitturare l’AfD come un partito di estrema destra, e magari pure neonazista. Invece la $inistra per i media mainstream non è mai “estrema” o “ultra”. Nella peggiore delle ipotesi è “radicale”. E dire che l’estremismo di $inistra violento costituisce un crescente problema di ordine pubblico anche in Svizzera.
 
Che poi l’AfD abbia accidentalmente imbarcato anche qualche personaggio “poco raccomandabile”, è ben possibile. Ma in quel caso bisogna semplicemente fare pulizia (l’ha fatta anche Marine Le Pen nel Rassemblement National).
 
La democrazia nell’UE
La continua diffamazione e denigrazione della “destra” mira anche a giustificare e a slinguazzare le ammucchiate in funzione “anti”. Quegli inciuci contronatura che si sono visti ad esempio in Francia dopo il primo turno delle elezioni legislative di giugno, dove il RN aveva trionfato. Li vedremo anche in Turingia e Sassonia, dove tutte le altre forze politiche faranno quadrato per sbarrare all’AfD l’accesso al governo.
 
Quindi: se hai il 30 e rotti per cento di voti ma sei di “destra” non puoi governare.
Se hai il 5% dei voti ma sei Verde-anguria, governi. Questa è la democrazia nella fallita UE. E il governicchio federale vorrebbe ridurci ad una sua colonia tramite lo sconcio accordo quadro istituzionale 2.0.
 
La favoletta PLR per boccaloni
Il caos asilo ha sicuramente influito sull’esito del voto nei due Land tedeschi. In particolare dopo l’attentato terroristico islamico di Solingen ad opera di un finto rifugiato siriano che avrebbe dovuto essere espulso già da un anno.
 
La strage di Solingen dimostra che la politica delle frontiere spalancate, del multikulti, dell’accoglienza indiscriminata di gente che odia l’Occidente, non è solo completamente fallita: è anche pericolosa. Un pericolo mortale. Vale per la Germania; ma vale per l’Europa in generale. La Confederella non fa eccezione. Sicché, gli opportunisti della politica si lanciano in ardimentose capriole. Infatti, ma tu guarda i casi della vita, il presidente nazionale del PLR Thierry Burkart (Thierry chi?) lunedì scorso appariva sulla NZZ con intervista a tutta pagina (intervista naturalmente raccolta in ginocchio), in cui dichiarava che serve una svolta nella politica d’asilo, poiché attualmente si verificano troppi abusi. Ah, ecco. Di conseguenza i media, anche in Ticino, si sono messi a cianciare di “svolta a destra” del PLR. Frena Ugo! Non c’è nessuna “svolta a destra” del PLR. Ci sono solo delle dichiarazioni a mezzo stampa del presidente nazionale del partito, che hanno lo scopo di racimolare consensi facili.
Le esternazioni mediatiche del buon Teodorico (Thierry in francese) vengono però smentite dal comportamento di voto del partito alle Camere federali. Infatti, quando c’è da votare sugli inasprimenti della politica d’asilo, il PLR è (quasi) sempre schierato contro. Difesa delle frontiere, esternalizzazione delle procedure d’asilo (“modello Ruanda”), allontanamento dei finti rifugiati che delinquono, tagli agli aiuti umanitari ai paesi di provenienza che non si riprendono i propri migranti espulsi, riduzione degli orari d’uscita degli “ospiti” dei centri asilanti della Confederella: a queste, come ad una miriade di altre proposte, l’ex partitone vota njet, con pretesti del piffero. E continuerà a farlo! Altro che le romanze su presunte “svolte a destra”, il cui unico obiettivo è quello di infinocchiare i boccaloni!
 
Si preoccupano del “razzismo”
Intanto la situazione sul territorio degenera. In Svizzera (vedi articolo a pag. 4) nel 2023 i finti rifugiati hanno commesso ben 1312 reati contro la vita e l’integrità fisica. Praticamente tutti gli autori di attentati terroristici islamici in Europa dal 2015 ad oggi sono arrivati nel Vecchio Continente come asilanti. Nei reati violenti e/o di natura sessuale, la sovrarappresentazione di colpevoli provenienti da Paesi musulmani - spesso richiedenti l’asilo respinti - è plateale.
 
E davanti a questo disastro la casta, invece di preoccuparsi dei terroristi islamici e dei migranti criminali, insiste nel blaterare di razzismo e di islamofobia. Ma andate a Baggio a suonare l’organo! La procura del Canton Berna vorrebbe addirittura mettere in stato d’accusa l’ex presidente dell’Udc svizzera Marco Chiesa e l’ex segretario generale Peter Keller – e quindi chiede la revoca della loro immunità parlamentare - perché, durante la campagna per le ultime elezioni federali, il partito ha realizzato delle inserzioni in cui si citano dei reati commessi da finti rifugiati.
 
Questa iniziativa giudiziaria da repubblica bananiera, di cui ovviamente vogliamo sapere i costi, avviene su istigazione dell’inutilissima Commissione federale contro il razzismo (presieduta da un’ex sconsigliera nazionala P$ trombata alle ultime elezioni federali, a cui il kompagno Berset, un paio di mesi dopo, ha trovato la cadrega “alternativa” spesata dal contribuente).
 
Quindi, secondo l’inutilissima Commissione federale contro il razzismo – di cui la Lega, tramite chi scrive, ha chiesto l’abolizione: la mozione è tutt’ora pendente – e secondo i legulei del Ministero pubblico bernese (facile immaginarne il colore politico) riportare dei fatti di cronaca sarebbe “razzismo”.
 
Qui qualcuno è fuori come un balcone! Se la tesi accusatoria dovesse spuntarla, significherebbe che in Svizzera vige un regime di censura dittatoriale: degli stranieri si può solo parlare bene. Pubblicare i reati commessi da costoro, per contro, è un atto penalmente perseguibile. Ma stiamo busciando?
 
La conferma
Nei giorni scorsi abbiamo inoltre avuto la conferma, da parte dell’Ufficio federale di statistica, che l’immigrazione scriteriata voluta dalla partitocrazia non è affatto “uguale a ricchezza”, come da oltre due decenni farnetica la narrativa mainstream, bensì è uguale a povertà. Infatti in Svizzera la popolazione cresce, ma il PIL procapite diminuisce!
 
Eppure, invece di contrastare l’assalto alla diligenza elvetica, la partitocrazia continua a fomentarlo. Ultima perla: il parlatoio federale vuole introdurre il ricongiungimento familiare a livello mondiale, agevolando ulteriormente gli extracomunitari naturalizzati svizzeri che vogliono farsi raggiungere qui dal parentado. La nuova immigrazione a cui il Triciclo vuole in questo modo dare il via libera è di tipo sanitario. A farne uso sarebbero in prima linea persone anziane e/o bisognose di cure che, con la scusa di ricongiungersi a figli adulti che vivono qui da anni, verrebbero in Svizzera per farsi curare a nostre spese. Facendo così schizzare verso l’alto i premi di cassa malati. Inutile dire che il PLR, quello della presunta “svolta a destra nella politica migratoria” (ah ah ah), è favorevole. Ci potevano essere dei dubbi?

Lorenzo Quadri
*Dal MDD

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