Sport, 13 settembre 2024

Gilberto Rodriguez, il boss che provò a ingaggiare Diego

Patron del cartello di Cali e dell’America, il club più popolare in Colombia

LUGANO - Lo scorso mese di febbraio l’America di Cali ha celebrato i suoi 97 anni di vita. Il club rosso-scarlatto ha ricevuto le felicitazioni da parte della federazione colombiana e naturalmente anche dalla Conmebol, la potente associazione che dirige il calcio sudamericano. Fra i biglietti di congratulazione ne è arrivato uno che ha fatto infuriare i tifosi della squadra: era del giornalista Jaime Dinas, reporter e scrittore di lunga data attualmente dipendente di Telepacifico, che nella sua lettera, oltre che augurare lunga vita e tanti titoli nuovi, a Los Diablos ha ricordato anche i momenti più bui della storia della società. “La grandezza dell’America è dovuta anche ai fratelli Rodriguez Orejuela, che durante gli Anni Ottanta e Novanta, all’apice della loro carriera banditesca, contrattarono i migliori giocatori del Paese, permettendole di vincere coppe e titoli”. 



Parole che hanno lasciato il segno: i tifosi più giovani lo hanno attaccato sui social chiedendogli di provare quanto scritto. Per Dinas è stato un gioco da ragazzi e immediatamente ha risposto a tono pubblicando articoli di giornale dell’epoca.


“La società per cui tifate oggi, un tempo era in mano ai Rodriguez, i padrini di Cali. Una banda di criminali che vendeva droga in tutto il mondo e che fu al centro di una sanguinosa guerra contro Pasco Escobar, patron del cartello di Medellin”. Ma non solo. Secondo Dinas, “l’America, oltre ai titoli e alle Coppa, arrivò ad un passo dal contrattare un certo Diego Armando Maradona, al quale venne fatta una offerta pazzesca”. Strano destino: El Diez ha concluso la sua carriera in un club messicano di seconda divisione, los Dorados di Culiacan, i cui proprietari erano potenti narcotrafficanti del posto.


Marmelada peruviana
Negli Anni Ottanta, il cartello di Cali – alla cui testa c’erano Gilberto Rodriguez Orejuela, il fratello Miguel nonché Helmer Pacho Herrera e Chepe Londono Santacruz – diventò l’azionista di maggioranza del club americano, che veniva usato per lavare i soldi sporchi provenienti dal narcotraffico. I Rodriguez però erano ambiziosi e pur di vincere una partita o un campionato, compravano anche gli arbitri. A proposito fa testo la testimonianza dello scrittore Fernando Mondragon, secondo il quale, nel suo libro, Lo Scacchista, dedicato a Gilberto Rodriguez, il cartello ebbe una parte decisiva affinché l’Argentina vincesse il Mondiale del 1978. Secondo lo scrittore, i narcos pagarono il Perù per perdere contro i futuri campioni del mondo. Ricordate? La marmelada peruviana. Inoltre: prima di comprare l’America, i Rodriguez provarono ad acquistare i rivali del Deportivo ma il presidente di allora, tale Alex Gorayeb, si rifiutò.L’avventura dell’America nei quartieri alti del massimo campionato nazionale, terminò quando entrò a far parte della lista nera di Bill Clinton. Lista che contemplava le principali società del mondo invischiate col narcotraffico. Di sport e non solo. A causa delle denunce di altri club, Los Diablos vennero relegati nella Serie B cafetera per aver corrotto per anni gli arbitri e per aver usato soldi della droga nell’economia
societaria.


Non solo America
Se qualcuno pensa che in Colombia solo l’America era finanziato dai narcotrafficanti, si sbaglia di grosso. Anche i Millonarios di Bogotà e soprattutto l’Atletico Nacional di Medellin fecero largo uso di mezzi economici illeciti. La squadra della Capitale era finanziata da Gonzalo Gacha, detto il messicano, astuto e crudele socio di Pablo Escobar. Quest’ultimo era il patron, nascosto, del Nacional. Grazie ai soldi del cartello di Medellin, la squadra vinse titoli colombiani, una Copa Libertadores e perse una finale della Coppa Intercontinentale contro il Milan di Sacchi. Escobar, fra l’altro, era un grande intenditore di calcio e provetto giocatore.


Lo Scacchista del crimine
Ma torniamo in argomento, torniamo a Gilberto Rodriguez Orejuela, vero leader del cartello di Cali. Soprannominato lo Scacchista per la sua astuzia e per la sua capacità di non farsi catturare, al culmine del suo potere controllava l'80% delle esportazioni di cocaina dalla Colombia verso gli Stati Uniti. La sua era una reputazione controversa: boss sanguinario o un rispettato e intelligente uomo d'affari? Dopo la morte di Escobar il cartello di Cali divenne padrone del narcotraffico mondiale ma nel 1995 Gilberto venne catturato a Cali, nel periodo in cui alla presidenza c’era Ernesto Samper, che in seguito verrà accusato di avere ricevuto denaro da membri del cartello Gilberto Rodríguez fu condannato a quindici anni di prigione, ridotti poi a sette per buona condotta e per aver confessato molti dei suoi crimini legati al cartello. Nel 2005 fu estradato negli Stati Uniti, dove morirà il 31 maggio 2022 nel carcere di Butner (Carolina del Nord) dopo 17 anni di reclusione.

JACK PRAN

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