Svizzera, 17 settembre 2024

Un frontaliere accumula denunce al punto da finire in carcere preventivo

Un terribile incidente è avvenuto sabato 7 settembre a La Vrine, cittadina francese del Doubs (F),a pochi chilometri dal confine con la Svizzera. Pochi giorni dopo l'episodio, costato la vita a un automobilista di 70 anni, il conducente responsabile è stato posto in custodia cautelare, ha annunciato venerdì il pubblico ministero di Besançon, come riportano i media francesi. Il giovane conducente, un frontaliere di 25 anni che lavora in Svizzera come termotecnico, dovrà rispondere inanzitutto di omicidio colposo. Ma dai primi elementi emergono circostanze che potrebbero rivelarsi aggravanti.

Gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze di quattro automobilisti che sono stati sorpassati a grande velocità dall'Audi RS6 del giovane, poco prima della tragedia. Tutti pensavano: “Sta per succedere qualcosa di brutto”, ha detto il giudice incaricato del processo. Dopo queste manovre, il conducente ha rallentato passando davanti ad un radar fisso per poi riaccelerare immediatamente, 200 metri prima di un incrocio.

Proprio dopo questo incrocio la sua Audi si è scontrata con una Dacia che viaggiava nella stessa direzione e che era appena entrata nella strada statale. L'auto è stata colpita ed è sbaldazata per diversi metri e il settantenne al volante è stato ucciso sul colpo. Il passeggero è rimasto gravemente ferito.

Secondo il magistrato, le immagini della videosorveglianza mostrano che l'Audi ha effetuato una frenata d'emergenza impressionante – al punto da sollevare la parte posteriore dell'auto – ma comunque insufficiente per evitare la morte della vittima. Una delle sfide dell’indagine sarà quella di determinare esattamente la velocità alla quale viaggiava il conducente.

Il pubblico ministero ha inoltre elencato le altre accuse a carico del giovane. La sua auto era immatricolata in Svezia, paese in cui l'ha acquistata. Non si era mai occupato di regolarizzare la sua carta di circolazione nel paese di residenza, come avrebbe dovuto. “Comodo” per evitare di essere scoperti in caso di multa, sia in Svizzera che in Francia, ha commentato il giudice.

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