Gli ospedali svizzeri sono malati: due terzi di tutti gli stabilimenti hanno chiuso il 2023 con un deficit, la cui somma totale ha ormai raggiunto quasi un miliardo di franchi. I direttori delle strutture sanitarie già avvertono che si rischia il collasso dell’intero sistema sanitario.
Gli ultimi dati, pubblicati dall'associazione Spital Benchmark con sede a Zurigo e riportate in un articolo del SonntagsZeitung, riflettono la minacciosa situazione di crisi di quasi tutti gli ospedali e le cliniche della Svizzera. Forniscono per la prima volta una panoramica completa delle difficoltà finanziarie nel settore ospedaliero. Risultato? Quasi nessun ospedale per malattie gravi è attualmente in grado di garantire la propria esistenza a lungo termine.
Nel 2023, gli utili al lordo di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti si attestavano ancora a un misero 2,5%, secondo i dati di riferimento. Di norma gli ospedali hanno bisogno di un margine del 10% per investire in modo sostenibile. Nell’ultimo anno d’esercizio solo un ospedale svizzero su dieci ha raggiunto questo risultato strategico. Anche le imprese precedentemente considerate esemplari a livello finanziario sono scivolate nella crisi. Non c’è da stupirsi che Anne-Geneviève Bütikofer, direttrice dell’organizzazione mantello delle strutture ospedaliere (H+), si sia detta scioccata vedendo queste nuove cifre: “Questo sviluppo colpisce tutti, nessun gruppo ospedaliero è risparmiato”.
La crisi delle finanze ospedaliere è rafforzata dall’inflazione, che si riflette nei costi. In questo periodo di carenza di personale qualificato, l’aumento dei costi del personale è quello più significativo. Inoltre, il prezzo delle prestazioni ospedaliere, che comunque non bastano a coprire i costi, non compensa il forte aumento dei prezzi. Per questo motivo l'Associazione degli ospedali svizzeri chiede immediatamente un aumento dei prezzi praticati ai pazienti e una compensazione per l'inflazione.
Le casse malati e i politici non ne vogliono sapere nulla. Il motivo è ovvio: se i prezzi dei servizi aumentano, i premi dell’assicurazione sanitaria – che già rappresentano un onere pesante per gli assicurati – saranno ancora più alti. L’economista sanitario Heinz Locher ritiene che “gli ospedali vengono soffocati da prezzi che non coprono i costi… e le casse malati si adattano consapevolmente a questo”.
L'economista bernese definisce “grave” l'evoluzione rivelata da questi nuovi dati chiave. Peggio ancora, per Heinz Locher l’urgenza del problema viene ignorata: “Gli stabilimenti ospedalieri stanno andando molto peggio di quanto pensi la maggior parte dei politici!”
In questo contesto, avvertono gli esperti citati dal giornale zurighese, la popolazione pagherà, ma non pagando premi di cassa malati più alti ma attraverso le imposte, le tasse, con cui si dovrà risanare il deficit ospedaliero. I Cantoni, infatti, hanno tirato fuori dal cilindro diversi milioni per attutire la caduta. Nel 2023 Argovia ha versato 240 milioni di franchi all'ospedale cantonale di Aarau. Con 163 milioni, San Gallo ha aiutato i suoi ospedali a sfuggire alla crisi mentre Berna ha messo a disposizione 100 milioni.
L’economista sanitario Heinz Locher invita la Confederazione a elaborare un programma di accoglienza che renda possibile un cambiamento strutturale: “Non dovremmo rilanciare il sistema esistente, ma costruirne uno nuovo”. Oltre agli ospedali, ciò includerebbe anche l’assistenza domiciliare, l’assistenza fornita dai medici di famiglia e gli ambulatori pediatrici. A tal fine la Confederazione dovrebbe attuare progetti in collaborazione con i Cantoni. "Ma Elisabeth Baume-Schneider rifiuta di assumersi la responsabilità in questo settore", afferma la specialista finanziaria dell'ospedale.
La direttrice dell'associazione mantello degli ospedali H+, Anne-Geneviève Bütikofer, chiede ai politici un cambiamento di mentalità. Invece di discutere soltanto di riduzione dei costi, il focus deve essere il finanziamento del sistema. Solo quando sapremo quale tipo di assistenza sanitaria il Paese desidera per il suo futuro potremo definire il numero di ospedali necessari.