Svizzera, 14 ottobre 2024

Caos asilo: è ora di far luce sulla spesa complessiva

Intanto cresce il fenomeno dei migranti sanitari. Va da sé, a carico del contribuente

Il caos asilo, come noto, costa 4 miliardi all’anno solo alla Confederazione. Soldi spesi per gente che nemmeno dovrebbe essere qui. Poi aggiungiamo i miliardi, in continuo aumento, che vengono regalati a paesi stranieri vicini e lontani.
 
Da notare che i costi complessivi dell’asilo sono in realtà un mistero. 4 miliardi è infatti solo la cifra a carico della Confederazione. Ma la somma totale, quella comprensiva delle spese che ricadono sui Cantoni e sui Comuni, è top secret. C’è chi ritiene che possa ammontare al doppio.
 
Al momento sono pendenti in Consiglio nazionale degli atti parlamentari che chiedono di indicare la spesa totale per l’asilo, includendo anche i soldi che devono cacciare Cantoni e Comuni. Non serve il Mago Otelma per prevedere che la risposta sarà… “sa po’ mia”! Chiaro: certe informazioni devono restare imboscate.
 
Non dimentichiamoci poi dei costi degli interventi di polizia. Come pubblicato nelle scorse settimane su queste colonne, il giornale svizzerotedesco Nebelspalter ha calcolato che, per un accoltellamento ad Opfikon (ZH) tra due finti rifugiati somali – “grazie” al caos asilo voluto dalla partitocrazia, ne avvengono quasi ogni giorno – il contribuente ha speso la bellezza di 87mila franchi tra intervento di polizia, costi di medicina legale, lavoro del Ministero pubblico, perizie psichiatriche, spese processuali, traduzioni e difesa d’ufficio.
 
Asilanti sanitari
Chi ha la memoria lunga ricorderà che alcuni anni fa il Mattino aveva reso noto il caso di un’asilante minorenne (quasi maggiorenne) collocata in istituto, per la quale il contribuente ticinese spendeva 6000 franchi al mese. Di sicuro non si tratta di un “unicum”.
 
Poi c’è il noto capitolo dei costi sanitari generati dai finti rifugiati, che ovviamente si ripercuotono sui premi di scassa malati. Ma esiste anche un altro fenomeno. Ossia quello dei migranti che, pur sapendo di non avere diritto all’asilo, arrivano qui apposta per usufruire delle nostre strutture sanitarie. E il conto delle cure, ovviamente, lo paghiamo per intero noi. Poi ci chiediamo come mai i premi di scassa malati esplodono. A tal proposito, di recente la SonntagsZeitung ha pubblicato un’inquietante sentenza del Tribunale federale amministrativo, che risale allo scorso aprile.
 
Nel novembre del 2023 una famiglia della Georgia ha chiesto asilo in Svizzera pur sapendo di non averne diritto. E del resto i richiedenti nemmeno hanno sostenuto di essere dei perseguitati: hanno tranquillamente asserito di essere venuti in Svizzera per curare il figlio dalle conseguenze di un incidente automobilistico avvenuto l’anno prima in patria.

 
CEDU da disdire
La SEM (Segreteria di Stato della Migrazione) ha giustamente negato l’asilo ed ordinato l’allontanamento dei georgiani. Però il Tribunale federale amministrativo si è messo di mezzo. Ha bloccato l’espulsione richiamandosi, ma guarda un po’, alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Nel frattempo i migranti georgiani hanno già generato costi sanitari per oltre 50mila franchi: va da sé, a carico del contribuente. Ma allora è vero che la CEDU serve solo a permettere ai finti rifugiati di rimanere in Svizzera a nostre spese! Rispettivamente a fornire lo spunto ai legulei politicizzati di Strasburgo per inventarsi inesistenti “diritti umani in ambito climatico”! Un motivo in più per disdire la CEDU.
 
Senso stravolto
Il caso citato dei finti rifugiati georgiani conferma per l’ennesima volta che il diritto d’asilo (il cui senso è la protezione, non l’immigrazione) viene sempre più snaturato e stravolto dai tribunali, e ridotto ad una farsa. E il conto – plurimiliardario – lo paga il contribuente. La NZZ ricorda che, nel 2019, l’allora vicedirettora della SEM Esther Maurer ammonì sull’abuso dell’asilo da parte di migranti che vengono qui per farsi curare a spese della collettività. Maurer sottolineava come la Svizzera in questo campo, confrontata con altri paesi europei, fosse assai generosa. E il nostro sistema sanitario, che ci costa 86 miliardi di franchi all’anno, è particolarmente attrattivo; una vera calamita. Traduzione: gli svizzerotti fessi si fanno sfruttare da tutti.
È chiaro che questo andazzo deve finire.
 
Pure la “pressione psichica”
Secondo l’articolo 3 capoverso 2 della legge sull’asilo, tra i motivi che danno diritto all’asilo c’è pure la “pressione psichica insopportabile”. Inutile dire che, nel corso degli anni, il concetto di “insopportabile” è stato continuamente allargato. A maggior ragione con l’aggiunta, nel medesimo capoverso di legge, che “occorre tener conto della condizione femminile”. Avanti di questo passo e l’obbligo di portare il velo, in vigore (purtroppo) in molti paesi islamici, verrà considerato una “pressione psichica insopportabile”. Pertanto, visto l’abuso che ne fa la casta immigrazionista, il diritto di asilo “per motivi psichici” va cancellato. A Berna è pendente una mozione in tal senso; aspettiamo con curiosità di conoscere l’esito della votazione sul tema. Ma intanto c’è chi sogna di introdurre pure il diritto all’asilo per motivi climatici, tramite il demenziale patto ONU sulla migrazione.
 
Ciliegina sulla torta
A fine giugno la stampa d’Oltralpe ha riferito che in Germania, a governo ro$$overde (vedremo ancora per quanto), vari impiegati del Ministero degli esteri sono finiti sotto la lente della giustizia. Avrebbero infatti dato istruzione a consolati ed ambasciate tedesche di far entrare nel Paese anche migranti con passaporti non validi. Così poi, una volta che costoro sono in Germania, possono venire da noi grazie alle frontiere spalancate. Sempre meglio!

LORENZO QUADRI
*Dal MDD

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