Una donna, con doppia cittadinanza svizzera e svedese, arrestata lo scorso settembre all'aeroporto di Manila per tentato traffico di droga, è morta in custodia all'inizio di dicembre. La notizia, rivelata dal portale Nau.ch, è stata confermata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), che ha dichiarato di essere in contatto con le autorità locali e la famiglia della vittima.
Secondo le autorità doganali filippine, la donna, sulla settantina, ha attirato l'attenzione dei doganieri durante un controllo di routine all'aeroporto. Proveniente da Abu Dhabi, trasportava quattro sacchetti di plastica contenenti una sostanza cristallina bianca, successivamente identificata come metanfetamina. Il peso totale della droga era di sei chilogrammi, per un valore di mercato stimato di oltre mezzo milione di franchi svizzeri.
La detenuta aveva optato per la protezione consolare presso l'Ambasciata svedese a Manila. Il DFAE non ha rilasciato ulteriori informazioni personali per motivi di riservatezza.
Le condizioni di detenzione nelle Filippine sono regolarmente denunciate dalle organizzazioni per i diritti umani. Secondo Human Rights Watch, il sovraffollamento carcerario è estremo: alla fine del 2022, oltre 127'000 detenuti erano detenuti in strutture progettate per circa 47'000 persone. La mancanza di igiene, assistenza medica e ventilazione peggiora le condizioni di vita, favorendo la diffusione di malattie come la tubercolosi.





