Può una compagnia di bus, finanziata con soldi pubblici, rifiutarsi di affiggere una pubblicità con la motivazione che essa ha carattere religioso? È quello che si chiedono in diversi nel canton Berna, dopo che l'azienda STI di Thun ha rifiutato sui suoi autobus una pubblicità contenente versetti della Bibbia. Mentre questi messaggi religiosi sono già visibili in molte città svizzere, la società ha spiegato il suo rifiuto con il rifiuto di qualsiasi pubblicità di carattere religioso. Questa decisione ha dato luogo ad un reclamo che, per motivi procedurali, è stato respinto dal Tribunale amministrativo federale.
Se dal punto di vista legale la vicenda sembra essere chiusa e non si dovrebbe, nel prossimo futuro, poter vedere sui bus di Thun scritte come “Puoi trovare la pace solo con Dio”, la questione fa comunque discutere. Esperti di legge ritengono che rifiutare una pubblicità per un presunto “carattere religioso” potrebbe infatti violare la libertà di espressione. Il Tages Anzeiger, in un articolo sul caso, ha interpellato il professore di diritto costituzionale dell'Università di Friburgo Andreas Stöckli secondo cui "un divieto generale della pubblicità religiosa sugli autobus urbani costituirebbe una violazione dei diritti fondamentali e sarebbe quindi incostituzionale".