Nell'agosto 2023, un trentenne padre di famiglia era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione per stupro e estorsione oltre che all'espulsione dalla Svizzera. In processo di appello la Corte di Giustizia di Ginevra ha tuttavia deciso di non pronunciare la sua espulsione, mantenendo solo la pena carceraria. I giudici hanno notato che il condannato aveva ripetutamente minacciato dei proprietari di ristoranti. Accompagnato da diversi scagnozzi, ha fatto cinque visite improvvisate ai loro stabilimenti o case in poco più di un mese e ha dichiarato che avrebbe "spezzato loro le ossa" se non gli avessero pagato dei prestiti.
Dall'indagine è inoltre emerso che il ricorrente era l'autore di uno stupro commesso nel 2014 a Ginevra: l'uomo aveva fatto salire sulla sua auto una donna ubriaca e aveva approfittato del suo stato confusionario per abusare di lei. L'uomo è stato identificato grazie alle tracce DNA.
Per quanto riguarda i tentativi di estorsione e di coercizione, i tribunali di Ginevra hanno stabilito inequivocabilmente che il ricorrente si era recato in un ristorante in compagnia di amici appassionati di sport da combattimento per chiedere un prestito di 150'000 sotto minaccia.
In queste condizioni, il tribunale ha potuto ritenere senza arbitrarietà che tali azioni fossero suscettibili di intimidire i proprietari poiché né la presenza di testimoni né l'intervento della polizia hanno dissuaso gli autori del reato dal continuare le minacce. La corte ha quindi confermato la condanna di primo grado ma dal momento che il colpevole è padre di due figli piccoli è stato deciso di non espellere l'imputato.