Nonostante il rifiuto iniziale di Bruxelles, la Svizzera potrebbe finalmente ottenere una sorta di clausola di salvaguardia sull'immigrazione. In cambio, dovrebbe concedere una riduzione delle tasse universitarie per gli studenti europei che si iscrivono agli atenei svizzeri. Potrebbe essere questa la soluzione a cui stanno pensando i negoziatori svizzeri e UE per concludere un accordo tra le due parti da parte dell’Unione Europea (UE) sulla libera circolazione delle persone.
Perlomeno, a sperare in un simile accordo è la squadra del ministro degli Esteri Ignazio Cassis, riferisce il "Tages-Anzeiger". E l’Ue si sarebbe dimostrata aperta a tale idea. L'ufficio di collegamento del Bundestag tedesco ha infatti già confermato il progetto. In un rapporto del 4 novembre si legge che la Commissione europea intende, in cambio della richiesta della Svizzera di una clausola di salvaguardia, di "imporre la libera circolazione degli studenti dell'UE in Svizzera". Secondo Berna questo requisito potrebbe significare una riduzione delle tasse per gli studenti UE.
La clausola di salvaguardia deve tuttavia specificare le norme esistenti nell'accordo sulla libera circolazione delle persone. La Svizzera intende concretizzare questa disposizione nei nuovi negoziati.
Tuttavia, ci sono ostacoli a questo accordo. Il Parlamento di Berna ha recentemente deciso che, ad esempio, gli studenti stranieri del Politecnico federale (ETH) in futuro dovranno pagare tasse tre volte più alte. Inoltre le università e i cantoni perderebbero entrate. Se necessario, la Confederazione dovrebbe coprire i soldi mancanti, un’azione non banale nell’attuale situazione finanziaria. Durante la consultazione i Cantoni che hanno scuole universitarie si sono mostrati scettici. Tra l'altro perché finora potevano regolare autonomamente il numero degli studenti stranieri adeguando le tasse.
Nonostante tutto, l’accordo potrebbe trovare la maggioranza nel Consiglio federale. Il governo, infatti, vuole sottoporre tutti gli accordi al Parlamento. Una “clausola di salvaguardia” sarebbe allora un vantaggio. A sollecitare tale disposizione è soprattutto il partito di centro.
Resta da vedere se l'accordo verrà effettivamente concluso. Una cosa è certa: nelle prossime settimane il Consiglio federale dovrà raccogliere la sfida di trovare un compromesso che possa essere accettato sia da Bruxelles che dalla Svizzera.