Sport, 11 novembre 2024

“Ambrì, poco pragmatismo. HCL, coaching da rivedere”

Roberto Mazzetti analizza il rendimento delle nostre due squadre

LUGANO - Non è un momento particolarmente felice per le ticinesi di hockey: i risultati non sono stati all' altezza delle aspettative e la pausa della Nazionale in questo senso giunge a proposito, per ricaricare le batterie e trovare nuove soluzioni. Ma se l’Ambrì, almeno, ha offerto sprazzi di bel gioco pur peccando di concretezza, a Lugano la situazione si è fatta vieppiù inquietante. E non solo per una classifica asfittica ma anche per un' involuzione tecnico-tattica di tutta la squadra. Di questo e altro abbiamo parlato con il nostro opinionista Roberto Mazzetti,gia tecnico e dirigente, uno che la sa lunga... 


Roberto: avremmo voluto stendere elogi alle due ticinesi di hockey, e invece, siamo qui a puntare il dito contro: se il campionato finisse oggi potremmo tranquillamente parlare di obiettivo fallito. 
Per fortuna, gli antichi greci esultavano al termine in onore della vittoria… Comunque: il campionato è solo all’inizio e dunque speriamo, dopo un avvio interessante, che le due compagini ritrovino la bussola che li orienti verso gli obiettivi stagionali.


IL BEL GIOCO NON BASTA

Cominciamo dai leventinesi: tante aspettative, tanti nomi forti (da ultimo Di Domenico) ma al tirar delle somme, la squadra sembra non scacciare l'incubo della pareggite… 
Pienamente d'accordo per la pareggite, quasi acuta e cronica, ma bisogna pur ammettere che v’è stato un bel salto di qualità nel gioco proposto dai biancoblù, attrattivo e propositivo anche se molto faticoso dal punto di vista fisico. Con cinque punti in più, quelli persi all’overtime, i vallerani sarebbero più
che appagati.


Cosa è mancato alla squadra di Cereda?
Oltre ai classici PP – PK ed ingaggi, specialmente in zona difensiva, penso un po' di sagacia tattica: un buon allenatore di calcio catenacciaro dei tempi d’oro avrebbe sicuramente portato a casa qualche punto in più. 


I biancoblù si sono battuti bene con tutti: ma ora ciò non basta più, i tempi in cui si parlava di Ambrì dei miracoli è alle spalle: il club ha aumentato il budget e non è più la Cenerentola della Lega. 
È questo il bello: penso che con un qualche accorgimento tattico, che lo staff tecnico studierà in questo periodo, arriveranno i punti che permetteranno agli uomini della Valle di poter competere con le migliori compagini e raccogliere i frutti del buon lavoro che stanno compiendo. Con i 6400 spettatori che scaldano la Gottardo Arena le finanze sono migliori e ci si può permettere i giocatori che formano il roster di questa stagione. Kubalik e Di Domenico ne sono una conferma.


Un suo giudizio sui giocatori svizzeri.
Se possiamo considerare come tali De Luca e Landry, dico che hanno compiuto l’atteso balzo in avanti; Pestoni, pur essendo altalenante, fa sempre la sua bella parte mentre da Bürgler, Heim e Zwerger mi attendo un ulteriore miglioramento. In ascesa Senn, che in prospettiva si rileva un acquisto azzeccato.


E gli stranieri?
Bene i difensori, non eccellente Juvonen, sotto le aspettative gli attaccanti, compreso Kubalik. Ma per lui è abbastanza evidente che la delusione di non calcare di nuovo la NHL lo abbia un po’ arrugginito. Ma la sua permanenza ad Ambrì sarà determinante per effettuare il salto di qualità e raggiungere gli ambiti playoff.


In cosa dovrà migliorare questo Ambrì? 
Direi che il complesso abbia fatto un considerevole passo in avanti, il roster che possiede incomincia ad essere di qualità, riuscire a portare in Valle Di Domenico, che avrebbe potuto far comodo anche al Lugano, si può considerare come un ottimo segnale in prospettiva futura: la società sta diventando attrattiva. Lo staff tecnico lavora in sintonia con molta serenità e serietà anche se talvolta con scarso senso speculativo. Ogni tanto bisogna badare al risultato.


CRISI NERA A LUGANO

Veniamo al Lugano, che ha deluso: lei lo aveva previsto, o quasi…
Nella chiacchierata di fine agosto dissi che il miglior acquisto era Calvin Thürkauf e che ci sarebbe stato un problema legato al terzo portiere. Purtroppo il giocatore più carismatico s’è ferito così come
pure i portieri e le magagne sono incominciate sia per la mancanza di risultati sia per l’impossibilità per Gianinazzi di presentare una squadra all’altezza dei compiti da espletare. 


Parlare di fallimento, seppur momentaneo, non è sbagliato. 
Chiaramente il popolo, i dirigenti e gli atleti bianconeri non sono soddisfatti : la squadra è chiaramente al di sotto di tutte le più pessime previsioni e dopo gli ennesimi proclami d’inizio stagione, forse non sanno più che pesci pigliare. Ma il toro bisogna prenderlo per le corna…. La scusante dei ferimenti è parzialmente plausibile, ma altri fattori hanno influenzato l’andamento sportivo, non da ultimo la struttura della squadra: troppi giocatori fantasma, non all’altezza della situazione.


Gianinazzi ha ancora in mano la squadra? 
Con la squadra al completo il Lugano ha proposto delle partite interessanti e conquistato punti importanti, raggiungendo anche le alte zone della classifica ma con la marea di ferimenti anche il buon Giana non può certo fare miracoli. Un po' più scettico sono nei confronti del suo staff, se prendiamo l’atteggiamento nelle ultime partite dei difensori vien da chiedersi come sia stato il coaching durante le stesse: troppi errori fondamentali, perché? La preparazione, l’attuazione e l’esecuzione del piano di gioco vanno sicuramente migliorate. Non penso che un cambio di allenatore potrebbe portare ad un miglioramento sportivo. 


Anche Domenichelli ha le sue colpe.
Chiaramente un DS è sempre sulla graticola. Quest’anno al capitolo stranieri e dei giocatori svizzeri per le seconde linee s’è aggiunto il problema del terzo portiere che solo Hnat o la società può spiegare. Per me tutto ciò è assurdo, visto poi l’ottimo lavoro compiuto da Paola Della Bella con Fadani e Fatton. Per rimettere in carreggiata la baracca, oltre a un po' di fortuna bisognerà ricercare atleti di qualità che siano in grado di aiutare tutto l’ambiente a raggiungere gli obiettivi proposti dall'ennesimo progetto.


Due parole sugli svizzeri...
Senza Calvin Thürkauf e con un Fazzini non ancora leader carismatico ed efficace, tutti gli altri non sonoall’altezza di una squadra che vuol puntare a traguardi ambiziosi, basta guardare il tempo d’utilizzo della terza e della quarta linea. Ma questo non è sicuramente colpa dell’allenatore.


Veniamo agli stranieri.
Joly e Carr sufficienti, ma non trascinatori; Arcobello non all’altezza delle aspettative da straniero da Lugano, gli altri meglio lasciar perdere... Ennesimo fallimento nello scouting e nella gestione della rosa.


In cosa dovrà migliorare il Lugano?
Nell’immediato ricercare la serenità per applicare i fondamentali ed acquisire fiducia e punti; non penso che sia possibile trovare il DiDomenico di turno per portare un po’ di punti alla propria classifica. In prospettiva futura la società dovrà chiedersi come strutturarsi: se continuare a vendere illusioni oppure avere il coraggio di prendere il toro per le corna e domarlo: ma soprattutto vedere come finanziare una operazione per racimolare fondi e poter competere con le migliori formazioni della Lega. Penso che un radicale cambiamento a livello societario sia più che appropriato, anche se non sarà semplice trovare gli attori in sintonia con la proprietà.


E intanto il pubblico diminuisce
Dopo Kloten e Davos il Lugano ha la peggior percentuale d’occupazione degli spalti (75,8 %); la domanda mi viene fatta ogni anno! Ma se la squadra non migliora e non crea calore è difficile che il pubblico aumenti. E poi l’infrastruttura incomincia a sentire il peso degli anni. Guardiamo ad Ambrì: con la nuova pista ha un tasso d’occupazione del 20% di pubblico in più rispetto ai bianconeri...e ciò non è poco e non penso sia dovuto al caso!


RED.

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