“Viaggio in treno, viaggio sereno”, era uno slogan di successo delle FFS dei tempi che furono. Lo slogan è stato accantonato, et pour cause.
Da un lato si sono moltiplicati i disservizi, i guasti, i ritardi sulle tratte, le soppressioni di treni, i sovraffollamenti, con evidenti disagi (eufemismo) per i passeggeri. Se in passato, quando si saliva in carrozza, si poteva essere (quasi) certi di arrivare a destinazione in orario, adesso la musica è cambiata. Ne fanno stato anche le numerose interpellanze sul tema presentate al parlatoio federale. Si ricorda inoltre che il tunnel di base Alptransit del San Gottardo è rimasto chiuso per ben 13 mesi a causa di una banalissima ruota rotta. Di conseguenza, per tutto quel tempo, il viaggio in Svizzera interna si è allungato di un’ora: non è cosa da poco.
Ma, dall’altro lato, alle gabole tecniche si aggiungono i problemi legati alla sicurezza di passeggeri e personale.
“Scene da Far West”
Nei giorni scorsi sono apparse, sulla stampa d’Oltregottardo, varie denunce da parte del personale ferroviario al proposito delle “scene da Far West sui treni”. Addirittura, secondo un’intervista pubblicata sulla NZZ, “ molti macchinisti non mettono la giacca delle FFS per paura di venire assaliti”.
Si parla di aggressioni, di risse, di coltelli. Di sedili, di vetri e di servizi igienici distrutti. I sindacati del settore denunciano la tensione mentale e fisica patita dai controllori, che porta a riduzioni delle percentuali lavorative e ad abbandoni professionali.
Già, ma come mai i treni sono diventati il far west?
Chi deve viaggiare a sud di Lugano, specie in orari serali, non ha molti dubbi. Gli ospiti del nuovo centro asilanti extralusso Pasture sono certamente parte del problema. Non di rado sono ubriachi ed aggressivi. Comportamenti molesti si verificano anche nelle stazioni. Che i passeggeri –soprattutto le passeggere, specie se viaggiano da sole – non si sentano sicuri, è ovvio. Non a caso la Lega a Berna ha chiesto a più riprese, tramite mozioni di chi scrive, di ridurre gli orari di libera uscita degli “ospiti” dei centri asilanti. Ma naturalmente il governicchio federale ha sempre risposto picche, blaterando che i centri in questione non sono strutture chiuse. E allora? Se non lo sono, lo diventeranno. Visto che i finti rifugiati che vi alloggiano sono soggetti che nemmeno dovrebbero essere qui, faranno il piacere di adattarsi; se non gli sta bene, non hanno che da andare altrove.
Il monito italico
Come saranno ridotti, alle nostre latitudini, treni e stazioni se andiamo avanti con l’immigrazionismo ed il buonismo-coglionismo ce lo mostra, a cadenza pressoché quotidiana, la cronaca nera d’oltreramina.
Nel Belpaese ha fatto giustamente rumore, portando anche ad uno sciopero generale di 8 ore, la drammatica vicenda del capotreno, in servizio sulla linea Genova-Brignole-Busalla, che il 4 novembre scorso è stato accoltellato e ferito gravemente da due migranti egiziani che viaggiavano senza biglietto. Inutile dire che, alle nostre latitudini, i media di regime… citus mutus.
Il giorno successivo, a due passi da noi, su un convoglio Trenord in servizio tra Milano Cadorna e Como Lago, è scoppiata una rissa tra due gruppi di stranieri, egiziani e maghrebini (ma guarda un po’…). Nella colluttazione sono comparse pure delle mazze. Risultato: due egiziani sono stati trasportati in ospedale ed il treno, ovviamente, ha registrato importanti ritardi. Già, perché gli onesti passeggeri, che pagano i biglietti o gli abbonamenti, se non vengono infastiditi o aggrediti o coinvolti in pestaggi, ci vanno comunque di mezzo: infatti subiscono i ritardi provocati dai facinorosi “non patrizi di Corticiasca”.
Non ci vuole molta fantasia per immaginare che la situazione sui convogli del Belpaese verrà presto importata anche alle nostre latitudini. Le FFS, invece di investire in megalomani progetti edili che generano cantieri dalla durata infinita, farebbero meglio a preoccuparsi maggiormente della sicurezza sui treni.
Privilegi SSR
Quelli che, durante un viaggio in treno, hanno meno probabilità di rimanere coinvolti negli sgradevoli (se va bene) o pericolosi (se va meno bene) episodi di cui sopra, sono i collaboratori dell’emittente di regime. Ohibò, e perché mai? Presto detto: la SSR, con i soldi del canone più caro del mondo, rimborsa a tutti i suoi collaboratori, dagli apprendisti in su, il sovrapprezzo dei biglietti in prima classe. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il portale svizzerotedesco Inside Paradeplatz.
Nemmeno le FFS fanno viaggiare gratis in prima classe i propri dipendenti.
Avanti con il canone a 200 franchi, che sono ancora troppi!
LORENZO QUADRI
*Dal MDD