“Superare le divisioni” e “mettere a tacere le armi”: Papa Francesco ha lanciato mercoledì un appello alla pace nel mondo in occasione delle celebrazioni natalizie, oscurate da conflitti e crisi umanitarie, citando in particolare a Gaza, Ucraina e Sudan.
Come ogni anno nel corso del tradizionale messaggio “Urbi et Orbi” (“alla città di Roma e al mondo”) trasmesso in Mondovisione, il leader di 1,4 miliardi di cattolici ha tracciato una panoramica dei principali conflitti e focolai di tensione nel mondo.
Ha quindi invitato a “mettere a tacere le armi nell’Ucraina martire” e ha sollecitato “gesti di dialogo” in vista di una “pace giusta e duratura”. Di fronte a migliaia di fedeli riuniti in piazza San Pietro in Vaticano, il papa, 88 anni, con la voce senza fiato, ha denunciato ancora una volta la "disastrosa situazione umanitaria" a Gaza e ha rinnovato i suoi appelli al cessate il fuoco e alla il rilascio degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.
Martedì sera, durante la messa di Natale, aveva già denunciato i “bambini colpiti dai mitragliatori”, le “bombe sulle scuole e sugli ospedali”, alludendo agli attacchi israeliani su Gaza, di cui ha denunciato questa settimana la “crudeltà”, scatenando le proteste dei cittadini israeliani. Diplomazia.
Il gesuita argentino ha anche chiesto di agevolare gli aiuti umanitari nel Sudan devastato da 20 mesi di guerra, dove secondo l'Onu la carestia che colpisce milioni di sfollati rischia di diffondersi. Il conflitto ha ucciso decine di migliaia di persone e sradicato 12 milioni di sudanesi, causando la più grande crisi di sfollati del mondo secondo le Nazioni Unite.
Dalla Birmania ad Haiti passando per Mali, Venezuela e Cipro, il Papa ha citato ben 18 Paesi, soffermandosi in particolare sul Medio Oriente “dilaniato dai conflitti”. Ha pregato per le “famiglie di migliaia di bambini che muoiono a causa di un’epidemia di morbillo nella Repubblica Democratica del Congo” e per le popolazioni “del Burkina Faso, del Mali, del Niger e del Mozambico”.
Riferendosi al suo continente nativo americano, Francesco ha invitato i leader ad impegnarsi per “costruire il bene comune e riscoprire la dignità di ogni persona, al di là delle divisioni politiche”. Senza citare gli Stati Uniti, dove il presidente eletto Donald Trump minaccia di rimandare indietro milioni di migranti, Francesco ha chiesto di “abbattere tutti i muri di separazione: i muri ideologici, che così spesso segnano la vita politica, e i muri fisici”.
Bergoglio ha rinnovato anche il suo appello a cancellare il debito dei Paesi più poveri in occasione del Giubileo 2025, che ha lanciato martedì sera, l'"anno santo" della Chiesa cattolica organizzato ogni 25 anni e per il quale sono attesi oltre 30 milioni di pellegrini Roma.