LUGANO – Forse qualcuno, dopo le due vittorie conquistate dal Lugano a cavallo dell’anno, si era illuso che il peggio fosse alle spalle. Forse qualcuno si era esaltato dopo i successi colti contro l’Ambrì e a Berna. Forse quel qualcuno ieri, dopo il pesante e netto KO subìto in casa contro il Friborgo dalla truppa di Gianinazzi, è rimasto scottato. Ebbene il ghiaccio ha emesso il proprio verdetto e ha detto che questo Lugano forse non è più malato come lo era uno o due mesi fa, ma sicuramente non è guarito: è ancora convalescente e per ritrovare la retta via il cammino è ancora lungo e irto.
Sotto le volte della Cornèr Arena ieri si è vista tutta la differenza che ci può essere tra due squadre separate da soli 3 punti in classifica, che navigano in una situazione complicata, ma che mentalmente si trovano agli antipodi: il Friborgo, dopo la vittoria della Spengler, ha ritrovato gioco, idee e soprattutto fiducia. Il Lugano, invece, si sgretola nuovamente di fronte alle prime difficoltà. Emblematico domenica pomeriggio è stato non solo il pattinaggio dei burgundi, ma anche la facilità con la quale i ragazzi di Lars Leuenberger facevano girare il disco in 5 contro 5 e in powerplay, infilandosi nella difesa bianconera come fa un coltello nel burro, andando a bucare un incolpevole Schlegel per ben 5 volte.
E il Lugano? Il Lugano è stato a guardare, impossibilitato a reagire da quel blocco mentale – e a volte di qualità – che ne sta caratterizzando l’intero campionato. Non c’è stata neanche una reazione fisica, di nervi, neanche un check in grado di poter dare una scossa. E come se non bastasse i bianconeri ora rischiano anche di perdere il proprio top scorer, quel Joly apparso ieri arruffone e apatico, uscito anzitempo per un infortunio apparso subito serio. I sottocenerini dovranno ritrovare al più presto la verve mostrata contro gli Orsi e dovranno sperare che i propri “big” si accendano velocemente, altrimenti il treno che porta quantomeno ai playin si allontanerà inesorabilmente.
Un treno inseguito anche dall’Ambrì che dopo aver finito il 2024 e iniziato il 2025 come peggio non poteva, ha rischiato seriamente di naufragare anche in casa dell’Ajoie. Il fanalino di coda del campionato ieri si era addirittura portato sul 3-0 contro una squadra apparsa completamente allo sbando e in balia degli eventi. A salvare la truppa di Cereda ci hanno pensato i giovani e il carattere di un sodalizio che in ogni caso continua a mostrare lacune e mancanze importanti: la clamorosa rimonta che ha portato alla vittoria all’overtime firmata da Kubalik, è stata caratterizzata anche dalle clamorose esclusioni di Pestoni e Zwerger. Il primo è finito addirittura in sovrannumero, il secondo è stato schierato da Cereda come 13° attaccante: i numeri stagionali non sono dalla loro parte e il messaggio inviato dall’head coach è stato chiaro ed emblematico. Starà a loro ora dimostrare di averlo capito.