Il consiglio comunale di Weinfelden, comune del canton Turgovia, ha approvato l'allestimento, nel locale cimitero, di uno spazio riservato a tombe islamiche. Concretamente, questo significa che 70 tombe dovrebbero essere orientate verso la Mecca. I consiglieri comunali di Weinfelden, poco prima della fine dell'anno scorso, hanno approvato la misura con 24 voti favorevoli e 4 contrari. Tuttavia, in appena tre giorni, gli oppositori al progetto sono riusciti a raccogliere le 400 firme necessario per un referendum. Il comitato che contesta il cimitero islamico è guidato dal giornalista della Weltwoche Markus Schär, da un Consigliere comunale dell'UDC e da un'esponente dell'Unione democratica federale (UDF).
“Fortunatamente non abbiamo ancora manifestazioni di massa di musulmani che chiedono un califfato, come in Germania o in Inghilterra. Ciò però rende ancora più importante stare attenti. Non dovremmo fare un passo in quella direzione” spiega al SonntagsZeitung Lukas Madörin dell'UDF.
L'atmosfera a Weinfelden, spiega il domenicale svizzerotedesco, non sarebbe tesa a causa della votazione. Le persone si conoscono e non c'è ostilità, né contro il comitato referendario né contro i musulmani. Questa percezione è confermata anche dal segretario generale dell'organizzazione mantello delle comunità islamiche della Svizzera orientale, Adem Kujovic. L'associazione aveva suggerito la creazione di queste tombe islamiche. La discussione si svolge con tono fattuale, “anche se sono rappresentati punti di vista diversi”. Tuttavia, nella società musulmana vi è la preoccupazione che la resistenza possa essere un segno di mancanza di accettazione, deplora Kujovic.
"Con i cimiteri musulmani viene reintrodotta la separazione secondo la religione, il che rappresenta un passo indietro rispetto a tempi che si credeva fossero superati", afferma da parte sua Markus Schär. Di diverso avviso è la Società per le minoranze svizzere: "La creazione di una tomba nel cimitero comunale è un atto inclusivo che rende partecipi i musulmani ed è compreso e apprezzato da loro come un riconoscimento e un passo verso l'integrazione". Secondo loro il referendum è un “atto palesemente escludente” perchè obbliga i musulmani a essere sepolti in un cimitero privato appropriato o a essere rimandati nei loro paesi di origine.
Kujovic fa inoltre notare che i requisiti religiosi non possono essere rispettati al 100%. La tradizionale sepoltura in un telo di lino non è possibile perché la legislazione svizzera prevede l'uso di una bara. Inoltre, la maggior parte delle tombe vengono rimosse dopo vent'anni, quindi il riposo eterno della tomba non è garantito. "Per la maggior parte dei rappresentanti musulmani la sepoltura è accettabile finché le ossa rimangono nella terra", afferma la "SonntagsZeitung". Inoltre non esiste una “terra pura”, cioè un’area dove non è mai esistita una tomba prima in quanto gli spazi di sepoltura sono già state utilizzate almeno una volta.
La votazione sulle tombe musulmane a Weinfelden è prevista per il 18 maggio 2025. La “SonntagsZeitung” parla di “segnale per tutta la Svizzera” se il progetto venisse rifiutato dai votanti.