BERLINO (Germania) – I familiari di Michael Schumacher non ci stanno e hanno deciso di ricorrere in appello nella controversia che vede l’ex guardia del corpo del 7 volte campione del mondo di F1 e altri due complici, condannati con l’accusa di ricatto. L’ex membro della sicurezza di Michael, infatti, aveva trafugato video e fotografie realizzando un “enorme abuso della fiducia” che la famiglia di Schumi aveva riposto in lui. All’uomo è stata sospesa la pena con la condizionale, mentre altre due persone – padre e figlio – sono stati condannati.
I tre avevano messo insieme un vero e proprio archivio di materiale decisamente sensibile, come le cartelle cliniche, oltre a 900 foto e circa 600 video. I tre avevano poi ricattato la famiglia, chiedendo un pagamento di 15 milioni di euro per evitare la pubblicazione del materiale. Ma per i parenti di Schumacher le pene sono troppo lievi e ora ricorreranno in appello.
Dal momento del suo incidente, sulle nevi di Méribel nel 2013, Michael ha sempre avuto bisogno di cure 24 ore su 24, e Corinna ha sempre protetto la sua privacy. Per farlo si era affidato a Markus Fritsche, l’uomo che è rimasto fedele alla famiglia fino al momento del suo licenziamento: allora l’uomo ha elaborato il diabolico piano e, stando ai pubblici ministeri tedeschi, aiutato da Yilmaz Tozturkan e dal figlio, avrebbe chiesto l’ingente somma di denaro alla famiglia Schumacher minacciando di diffondere sul dark web foto, video e cartelle mediche personali di Michael.