Opinioni, 21 febbraio 2025

E se si riducessero di un terzo i seggi del Gran Consiglio?

Prossimamente il Gran Consiglio (GC) dovrà decidere se accettare l’iniziativa parlamentare presentata nel maggio 2023 da alcuni deputati del PLR e con la quale si chiede di introdurre una soglia di sbarramento del 4% per l’ottenimento di un seggio in GC. Una misura che renderebbe assai più difficile, per non dire impossibile, l’elezione di rappresentanti dei partitini. Oggi la soglia per entrare in parlamento è fissata all’1,11 % (percentuale risultante dalla divisione del 100 per cento dei voti per i 90 seggi disponibili). A titolo di esempio: alle elezioni cantonali del 2003 la lista del Guastafeste ottenne 725 voti (pari allo 0,6%) e dunque il movimento rimase escluso dal parlamento anche se il sottoscritto ottenne ben 4'535 voti personali. Con la nuova regola rimarrebbero esclusi dal GC tutti i sei attuali partitini (che complessivamente hanno ottenuto il 13,17% dei voti) e i loro tredici deputati.

I contrari sostengono che questa proposta è antidemocratica perché il parlamento non sarebbe più rappresentativo di tutta la società. I favorevoli fanno invece notare che lo scopo della riforma sarebbe quello di ottimizzare il lavoro del parlamento, che a loro dire risulterebbe rallentato a causa della sua frammentazione, anche se a onor del vero va detto che i partitini non hanno accesso alle varie Commissioni parlamentari che spesso e volentieri sono responsabili dei ritardi nell’evasione dei messaggi governativi (ad esempio: che fine ha fatto il messaggio numero 8276 emesso dal CdS il 26 aprile 2023 concernente la nuova legge cantonale sulla navigazione aerea, che mira anche a portare un po’ di ordine nel settore dei voli degli elicotteri?).

In base alla mia personale esperienza – maturata in 14 anni di presenza nel Legislativo di Losone – mi sento di affermare che i partitini solitamente sono visti come il fumo negli occhi da chi detiene il potere, ma spesso si rivelano utili proprio perché liberi di agire fuori dal gregge. Capisco dunque che la proposta di alzare in modo artificioso l’asticella per l’elezione in parlamento venga vista da chi fa opposizione come una manovra per toglierli di mezzo. Comunque, a mo’ di consolazione, osservo che in questo Paese, grazie anche alla democrazia diretta, è possibile far politica anche rimanendo al di fuori delle istituzioni. Mi sembra di aver dimostrato che il fatto di non essere stato eletto in GC non mi ha certo impedito di essere politicamente attivo anche sul piano cantonale, con la presentazione di 22 petizioni al GC, sei iniziative popolari cantonali e una cinquantina di ricorsi.



La possibile ripicca dei partitini

Concludo con una tipica riflessione da guastafeste. E se invece di aumentare artificiosamente la soglia di sbarramento si riducessero da 90 a 60 i seggi in GC? Così facendo la soglia per ottenere un seggio salirebbe automaticamente dall’1,11% all’1,66%, rendendo un po’ più difficile l’accesso ai partitini, ma nel rispetto della proporzionalità. Ecco un possibile compromesso per ottimizzare il lavoro del parlamento penalizzando un po’ tutti, partitini e partitoni. Oltre a migliorare la qualità dei deputati, questa soluzione consentirebbe di risparmiare sull’arco di una legislatura quasi 3 milioni di franchi sulle indennità di seduta per le riunioni del GC, delle Commissioni e dei gruppi, nonché sulle trasferte e sui contributi ai gruppi. Eh sì, perché ogni seggio frutta mediamente circa 105’000 franchi in un quadriennio a chi lo detiene e al suo gruppo politico, e forse ciò aiuta a spiegare perché a qualche partitone fanno gola i tredici seggi attualmente occupati dai partitini…

Se facessi parte di quest’ultimi, io per ripicca applicherei la legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente) e unirei le forze per lanciare un’iniziativa popolare costituzionale allo scopo di ridurre di un terzo i cadreghini del Gran Consiglio. Così, invece di impossessarsi con metodi un po’ prepotenti dei 13 seggi occupati dai partitini, i partitoni ne perderebbero 30, a tutto vantaggio delle casse del Cantone (e dei contribuenti), della qualità dei parlamentari e della speditezza dei dibattiti. Ho la sensazione che il popolo potrebbe anche approvare una simile iniziativa…

Giorgio Ghiringhelli

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