THUN – In palio c’era un obiettivo storico: quello di accedere per la prima volta ai quarti di finale di una competizione europea. In ballo c’era anche la necessità e il bisogno di superare un momento difficile, complicato, sia a livello fisico che, soprattutto, a livello di risultati. A Thun ieri sera il Lugano si giocava il proseguo del suo cammino in Conference League, dovendo recuperare lo 0-1 incassato a Celje, ma l’avventura europea dei bianconeri si è fermata al termine di una partita folle, dominata nel primo tempo – chiuso sul 3-1 – ma nella quale è andato in totale difficoltà a partire dalla ripresa.
Sono stati troppi gli errori individuali dei giocatori di Mattia Croci-Torti – basterebbe guardare le due palle giocate male da Grgic al 90’ che hanno poi portato al rigore senza senso e all’espulsione di Hajdari – mentre per lunghi tratti il Lugano ha mostrato un Belhadj sulla via del recupero e un Koutsias monumentale, autore di una doppietta e di un assist. Insomma, al Lugano non è mancato il cuore – il 5-4 al 118’ di Doumbia è frutto solo di questo – ma i bianconeri non riescono davvero a uscire da un buco nero, reso ancora più cupo dai bruttissimi rigori calciati e sbagliati da Przybylko, Steffen e Cimignani.
Il problema vero è che diversi giocatori del Lugano non riescono a rendere quanto l’anno scorso – Mai e Bislimi, ad esempio non fanno più la differenza – e questa complicata sconfitta da digerire rischia anche di pesare sul mentale e, in vista della delicatissima sfida di domenica contro il Winterthur, non è un aspetto da sottovalutare. I bianconeri però devono reagire perché la classifica in Super League, in caso di nuovo passo falso, rischia di diventare davvero brutta.