LUGANO – Meno vispo del solito – e già prima non è che fosse questo gran spettacolo –, più falloso del consueto e ancora con Huska in porta e con Joly in tribuna (dato per infortunato), ieri sera il Lugano ha visto l’abisso avvicinarsi e il buio farsi sempre più concreto. Già perché la vittoria dell’Ajoie che si stava materializzando anche in gara-3 dei playout, e ancora una volta alla Cornèr Arena, avrebbe avuto l’aspetto di una pietra tombale sulle piccole speranze dei bianconeri di raddrizzare una serie complicata e diventata decisamente ostica. Poi per fortuna la sorte ci ha messo lo zampino e ha deviato un disco decisamente innocuo, messo nello slot da Zohorna, alle spalle di un Conz sorpreso. L’1-1 giunto al 59’02 ha mandato in confusione l’Ajoie e ha ridato vita a un Lugano capace di trovare il 2-1 30” dopo con Morini: una vittoria ormai inaspettata, giunta quando ormai diversi tifosi stavano abbandonando afflitti i propri posti, ma che potrebbe rappresentare il punto di svolta dell’intera serie.
Per carità, il Lugano sa che deve per forza vincere almeno una volta alla Raiffeisen Arena e l’obiettivo è di farlo già domani sera, sfruttando magari l’onda lunga di quei folli 30” finali di gara-3, ma non sarà di certo facile. Non solo perché l’Ajoie concede tanto agio ai bianconeri lungo le assi ma si chiude in maniera arcigna e gagliarda davanti al suo portiere e lungo tutta la zona centrale del ghiaccio, ma anche perché i giurassiani sono spesso incisivi e spietati in powerplay: anche ieri hanno colpito Devos con l’uomo in più, ma è altrettanto vero che non sono stati in grado di sfruttare ben 5’ consecutivi di superiorità numerica per allungare in modo deciso nel risultato.
Non sarà facile perché anche ieri la truppa di Krupp non ha certo brillato, non ha mai dato l’impressione di avere in mano né la contesa né tantomeno la serie e, in attesa di capire cosa succederà questa sera in gara-3 dei playoff della Lega cadetta tra Basilea e Visp, i bianconeri hanno necessità di ritrovarsi, di fare quadrato per provare ad abbattere il muro giurassiano. Poi, una volta finita questa serie, sarebbe interessante capire perché l’head coach tedesco si ostina a lasciare in panchina Schlegel e in tribuna un Joly che, con gli ampi spazi lasciati dall’Ajoie nelle zone laterali del ghiaccio, potrebbe risultare decisamente utile con la sua visione di gioco e con i suoi passaggi spesso decisivi.