Il braccio di ferro tra Karin Keller-Sutter e Sergio Ermotti potrebbe spingere UBS a lasciare la Svizzera. La Confederazione vuole infatti imporre a UBS ulteriori requisiti patrimoniali per un importo di 25 miliardi di franchi, ciò a cui la banca si oppone fermamente. Da diverse settimane la stampa e la piazza finanziaria zurighese speculano su un possibile trasferimento della sede centrale di UBS all'estero. Questa ipotesi sembra diventare ogni giorno più concreta.
Un articolo pubblicato dalla testata “Bloomberg” rivela infatti che UBS sta seriamente valutando una mossa. Secondo fonti interne, questa maggiorazione di 25 miliardi farebbe aumentare la quota di capitale della banca quasi al 20%, un livello molto più alto di quello dei concorrenti internazionali. La grande banca ritiene che ciò danneggerebbe la sua attrattiva per gli investitori e limiterebbe la sua competitività. Gli azionisti a loro volta potrebbero aumentare la pressione a favore del trasferimento della sede all'estero.
Il Dipartimento federale delle finanze ritiene che queste nuove regole siano essenziali dopo il salvataggio del Credit Suisse. UBS ritiene invece che queste misure siano esagerate. Giovedì pomeriggio la banca non ha voluto né confermare né smentire le rivelazioni di “Bloomberg”.
Ricorda però il commento di Sergio Ermotti fatto a gennaio a “Bloomberg”: “Faremo sentire le nostre ragioni fino all'ultimo momento affinché tutti comprendano non solo i rischi che rappresentiamo, ma anche i vantaggi che portiamo al Paese”. Allora aveva assicurato che l’uscita di UBS “non era all’ordine del giorno”. Ma da allora qualcosa potrebbe essere cambiato.