Svizzera, 11 aprile 2025

Karin Keller-Sutter avrebbe influenzato la decisione di Trump di mettere in pausa i dazi doganali

Una telefonata della Consigliera federale Karin Keller-Sutter sarebbe all'origine della decisione del presidente americano Donald Trump di sospendere i dazi doganali a numerosi paesi, tra cui la Svizzera. Difficile crederlo, eppure è proprio ciò che sostiene la stampa statunitense. Il Washington Post ad esempio ha sottolineato l'importanza di questa telefonata tra il presidente americano e la presidente della Confederazione nella riduzione dei dazi doganali avvenuta poche ore dopo la conversazione.

Un riepilogo di questa giornata cruciale viene riportata dal Blick, secondo cui, ufficialmente, Trump afferma di aver pensato di cambiare rotta "da diversi giorni". Ma riconosce che la decisione definitiva è stata presa la mattina del 9 aprile. Tuttavia, è stato esattamente alle 9 del mattino a Washington (le 15 in Svizzera) che ha avuto luogo la telefonata con Keller-Sutter. Per il Washington Post, le 18 ore che hanno preceduto l'annuncio sono state cruciali: la pressione era al culmine, e proveniva dai suoi consiglieri, dai deputati del Congresso repubblicani e dai leader stranieri. E tra questi, solo uno viene citato per nome: Karin Keller-Sutter.

Per illustrare l'impatto di questa guerra commerciale sulla Svizzera, il quotidiano americano non esita a utilizzare i cliché elvetici: "Da un giorno all'altro, gli orologi Rolex e i cioccolatini sono stati colpiti da un dazio doganale del 31%". Una misura ritenuta ingiusta da Berna. Al telefono, il presidente della Confederazione avrebbe poi esortato Donald Trump a revocare i dazi doganali, che stavano colpendo duramente l'economia svizzera”.

Secondo la portavoce del Dipartimento federale delle finanze, Karin Keller-Sutter durante la chiamata con Trump ha messo in avanti il ruolo centrale delle aziende svizzere nella creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti. Ha inoltre sottolineato che l'anno scorso la Svizzera ha da tempo eliminato i propri dazi doganali sui prodotti industriali americani.



Il New York Times, da parte sua, sottolinea che la Svizzera, pur essendo piccola, è un attore importante nell'economia americana dato che si colloca al sesto posto tra gli investitori stranieri negli Stati Uniti, ed è il primo in termini di investimenti in ricerca e sviluppo, in particolare grazie a giganti farmaceutici come Roche e Novartis.

Sebbene questo scambio abbia probabilmente giocato un ruolo, Keller-Sutter non è stata l'unica a fare pressione sul presidente americano. Nel suo stesso campo, da diversi giorni le voci critiche si fanno sempre più numerose. E martedì sera Trump ha parlato a un gruppo di repubblicani preoccupati. Mercoledì mattina ha ricevuto John Thune, leader della maggioranza del Senato. Un'ora prima della telefonata con il presidente svizzero, ha guardato su Fox News un'intervista con il capo della JPMorgan, che metteva in guardia da una possibile recessione.

Il Segretario al Commercio Howard Lutnick ha parlato anche con il Commissario europeo Maros Sefcovic mentre l'Unione Europea stava preparando delle contromisure per colpire le roccaforti elettorali di Trump. Una minaccia tanto più grave in quanto l'UE resta il principale mercato per i beni e i servizi americani.

A mezzogiorno, Trump ha convocato nello Studio Ovale Howard Lutnick e Scott Bessent, Segretario del Tesoro. Insieme hanno redatto il testo che formalizza una tregua di 90 giorni per l'economia globale, ad eccezione della Cina. Sì, la pressione stava aumentando, sia all'interno delle fila repubblicane sia sulla scena internazionale. Ma la telefonata tra Donald Trump e Karin Keller-Sutter, avvenuta mentre il mondo tratteneva il fiato, dimostra che nel mezzo della confusione anche una "piccola" Svizzera di nove milioni di abitanti riesce a far sentire la sua voce, persino alle orecchie dei più potenti.

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