Il dibattito sull’introduzione dei cosiddetti Gigaliner, autocarri da 60 tonnellate e oltre 25 metri di lunghezza, è approdato alla Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale. La questione nasce da una direttiva adottata nel 2023 dal Parlamento europeo, che mira a consentire la circolazione di questi veicoli in tutta l’UE.
I Gigaliner sono già in uso in alcuni Paesi del Nord Europa, così come in tratte selezionate in Spagna, Portogallo e Germania. Il vantaggio economico è chiaro: un singolo veicolo può trasportare il carico equivalente a due camion tradizionali, con conseguenti risparmi in termini di personale e costi operativi. Tuttavia, ciò solleva una questione di fondo per la Svizzera: la competitività del trasporto ferroviario, in cui il Paese ha investito svariati miliardi, in particolare con il progetto AlpTransit.
Proprio per questi motivi, il Canton Ginevra ha presentato un’iniziativa cantonale che chiede espressamente al Parlamento federale di non adeguarsi alla normativa europea favorevole ai Gigaliner. Scrive infatti il Canton Ginevra nella sua iniziativa: “In futuro, con un Consiglio federale e un'Amministrazione europeista e un conseguente obbligo di recepire in modo dinamico le disposizioni del diritto europeo, la Svizzera potrebbe essere costretta ad adeguarsi alle norme dell'UE, senza tener conto della nostra Costituzione e dei nostri diritti democratici”.
I ginevrini hanno ragione. Ce l’hanno nel merito: oltre al problema della concorrenza con la ferrovia, e degli investimenti miliardari nel transito su rotaia che andrebbero in palta, c’è quello infrastrutturale. La nostra rete autostradale non può infatti supportare i Gigaliner. I ponti non reggono pesi simili, la sicurezza dei tunnel non sarebbe più garantita. Stesso discorso per le strutture doganali, le aree di sosta, i centri di controllo per il trasporto pesante, le stazioni di rifornimento: qui il problema è soprattutto di dimensioni. Dei veicoli enormi non ci stanno, o non hanno sufficiente spazio di manovra. Bref, adeguarsi ai Gigaliner implicherebbe per noi una spesa miliardaria.
Ora, le leggi attuali impediscono a simili bisonti della strada l’accesso in Svizzera. Per questo motivo, di carattere formale, l’iniziativa cantonale di Ginevra è già stata respinta ad inizio marzo dal Consiglio degli Stati, e a fine mese dalla Commissione dei trasporti del Nazionale: un’iniziativa cantonale serve infatti a chiedere al Parlamento federale di emanare una base legale, che però in questo caso già esiste. Ammettere i Gigaliner implicherebbe, oggi, una modifica di legge federale con conseguente possibilità di referendum.
Ma su una cosa dobbiamo essere in chiaro. Le pressioni da Bruxelles arriveranno. A maggior ragione se – come sottolineato giustamente dai ginevrini – la Svizzera dovesse sottoscrivere il trattato di sottomissione all’UE, con conseguente obbligo di ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto comunitario.
Del resto è bene ricordare che fino al 2005 nel nostro paese il limite massimo di peso dei veicoli a motore consentito sulle autostrade era di 28 tonnellate. In seguito è stato portato a 40. Ciò è avvenuto, ma guarda un po’, su pressione degli eurocrati. E anche il Gigi di Viganello sa che la storia si ripete.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale