Lunedì il presidente americano Donald Trump ha pubblicato sul suo social network, Truth Social, 14 lettere pressoché identiche, inviate a diversi paesi, dalla Tunisia alla Thailandia, o ancora la Cambogia e il Khazakistan in cui viene svelata l'entità delle tasse doganali che gli USA intendono applicare ai loro prodotti, a partire dal prossimo 1° agosto. Si parte da tasse del 25% (in particolare Giappone, Corea del Sud, Tunisia) al 36% (Cambogia e Thailandia) fino al 40% (Laos e Birmania).
Nelle lettere si sottolinea che se le merci vengono contrassegnate come provenienti da questi Paesi, ma in realtà provengono da altri Paesi, verrà applicato un sovrapprezzo "più elevato", senza che ne venga specificato l'importo. Si assicura inoltre che ogni tassa doganale applicata agli Stati Uniti sarà punita con un supplemento di prezzo della stessa entità.
In precedenza il governo americano aveva previsto l'entrata in vigore di questi dazi doganali aggiuntivi per il 9 luglio ma, tramite decreto presidenziale, posticipa la scadenza al 1° agosto. Alcuni annunci sono stati fatti mentre la Borsa di New York era ancora aperta ciò che fatto chiudere Wall Street in ribasso senza tuttavia registrare i crolli visti in passato in occasione di annunci simili.
Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, che sta conducendo i negoziati a Washington, ha assicurato lunedì alla CNBC che "diversi accordi" saranno annunciati "nelle prossime 48 ore". "Ieri (domenica) sera la mia casella di posta era piena di nuove proposte (dai partner commerciali degli Stati Uniti)", ha aggiunto Bessent.
Lunedì l'Unione Europea (UE) ha riferito che il giorno prima si era svolto un "buono scambio" telefonico tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e Donald Trump. L'Indonesia, da parte sua, ha annunciato che importerà almeno un milione di tonnellate di grano americano all'anno per i prossimi cinque anni, per un valore di 1,25 miliardi di dollari. Ciò non l'ha protetta da una tassa del 32%, pianificato da Washington da aprile e confermato lunedì nella lettera di Donald Trump.
La scorsa settimana ha annunciato un accordo con Hanoi, presentato come favorevole agli interessi americani: una maggiorazione del 20% sui prodotti vietnamiti (invece del 46% registrato ad aprile) che entrano negli Stati Uniti e, in cambio, dazi doganali "zero" in Vietnam sulle merci provenienti dagli Stati Uniti. Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre minacciato i paesi BRICS (tra cui Brasile, Cina, India, Russia e Sudafrica), riuniti a Rio de Janeiro, con un'ulteriore sovrattassa del 10%, dopo che questi ultimi avevano criticato la sua offensiva doganale.