Il 28 settembre, i ticinesi saranno chiamati a votare su due iniziative popolari a tema cassa malati: quella della Lega, che chiede la deducibilità fiscale integrale dei premi di assicurazione malattia, e quella socialista, secondo la quale “il premio di cassa malati non deve superare il 10% del reddito disponibile”.
L’iniziativa PS non abbasserà i premi; farà semplicemente esplodere i sussidi. Si parla di 300 milioni di franchi in più ogni anno, oltre ai 420 milioni che il Cantone spende oggi a questa voce. E la somma è destinata a lievitare rapidamente, dato che i premi crescono più dei salari. Chi pagherà il conto? Sempre i soliti: i contribuenti del ceto medio, tramite pesanti aggravi fiscali. Infatti si parla di portare il moltiplicatore cantonale al 120%. Una follia.
Già oggi, al momento di stipulare l’assicurazione obbligatoria LAMal, i contribuenti del ceto medio non troppo anziani e in condizioni di salute accettabili scelgono la franchigia massima, per risparmiare sui premi: di conseguenza, le cure mediche se le pagano da soli per intero. Ciò significa che queste persone sborsano svariate migliaia di franchi all’anno di premi di cassa malati per pagare le cure non per sé, ma per gli altri. In più, con le loro imposte, finanziano i sussidi di cassa malati agli altri. Secondo l’iniziativa PS, questi cittadini verrebbero ulteriormente salassati per distribuire nuovi sussidi a pioggia; oltretutto in base ad un criterio fumogeno come quello del reddito disponibile.
Altra conseguenza di un’eventuale approvazione dell’iniziativa socialista: tanti cittadini del ceto medio-superiore faranno due calcoli e smetteranno di lavorare al 100%. Riducendo la percentuale d’impiego (magari al 60% o al 70%), pagheranno molte meno imposte e magari beneficeranno essi stessi di maxisussidi di assicurazione malattia, invece di pagarli agli altri. Senza che il loro tenore di vita globale ne risenta più di tanto. Così il numero di beneficiari di sussidi crescerà in modo esponenziale, ma in compenso non ci sarà più nessuno a finanziarli. Il risultato è scontato: il crollo del sistema.
Il tetto massimo del 10% avrebbe inoltre un effetto deresponsabilizzante: chi lo raggiunge non si porrà più alcun freno nel consumare prestazioni sanitarie inutili, tanto il conto lo paga qualcun altro. I professionisti della sanità ne approfitteranno a propria volta per erogare - e fatturare - prestazioni superflue. Un circolo vizioso che spingerà i costi della salute ancora più alle stelle.
Per dare un po’ di sollievo al ceto medio, l’unica soluzione cantonale è quella proposta dall’iniziativa leghista: ossia la deducibilità integrale dei premi di cassa malati, che per il Cantone avrebbe un costo sopportabile (55 milioni di franchi all’anno).
Al di là di questo, il problema dei debordanti costi della salute si risolve solo con scelte impopolari a livello di offerta sanitaria. Da qui non si scappa. Il margine per temporeggiare è esaurito.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi