In modo tanto prevedibile quanto squallido, gli “euroturbo” adesso tentano di strumentalizzare la stangata sui dazi arrivata da Washington (legata principalmente al fatto che una parte significativa delle esportazioni svizzere negli USA dipende dalle multinazionali farmaceutiche, che negli States possono inventarsi i prezzi a piacimento e che sono particolarmente invise a Trump) per spingerci ad approvare il trattato di sottomissione all’UE. Sarebbe una sensazionale dimostrazione di masochismo. Così ad un danno ne aggiungiamo un altro, molto più grave. Con il trattato di sottomissione, oltre a scontare i dazi USA - che possono ancora cambiare - dovremmo versare miliardi a Bruxelles, che inoltre ci imporrebbe le sue leggi ed i suoi giudici (stranieri). Sarebbe la fine della Svizzera così come la conosciamo ora: della nostra sovranità, della nostra indipendenza e dei nostri diritti popolari.
O qualcuno crede davvero che politicanti, negoziatori e burocrati che hanno clamorosamente fallito con Trump abbiano invece portato a casa dei successi strepitosi con Bruxelles? Non abbiamo ancora scritto “giocondo” in fronte.
La via da percorrere è quella della diversificazione. Bisogna concludere accordi commerciali ad ampio raggio. Il mondo è molto più grande dell’UE e anche degli USA. E il suo futuro non è più in Occidente.
Ed è finalmente ora di cancellare un po’ di burocrazia a vantaggio di chi produce, invece di inventarsene continuamente di nuova sulla spinta di una sinistra sempre più ideologica e disconnessa dalla realtà. Come ben dimostra il fatto che un numero crescente dei suoi deputati a Berna non hanno una professione e fanno i parlamentari per “lavoro”.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi