LUGANO – Dopo aver perso il derby casalingo un mesetto fa, il Lugano è riuscito a rendere ‘l’oltraggio’ all’Ambrì, andando a vincere martedì alla Gottardo Arena per 5-2. Un derby bello, elettrico, condizionato da un gran ritmo e deciso dalla doppietta di Sekac, dal gol di Thürkauf nel finale e dall’errore clamoroso di Heed che di fatto ha regalato ai bianconeri l’occasione del 2-3 a pochi minuti dalla fine. La vittoria ottenuta in Leventina ha però confermato che questo Lugano non solo sta diventando grande e maturo, ma è consapevole di esserlo diventato.
C’è una grande differenza tra i due aspetti. La squadra di Mitell, infatti, con le quattro vittorie consecutive ottenute in modo roboante e convincente prima della trasferta leventinese, aveva già messo in chiaro le cose: i problemi incontrati a inizio stagione erano ormai alle spalle. Il gruppo si stava ormai trasformando in una squadra e nessun dettaglio, anche quello più complicato, poteva scalfire Fazzini e compagni capaci di mettere a loro agio anche gli stranieri che, a conti fatti, stanno rispondendo nel migliore dei modi. Il derby di martedì, invece, ha mostrato un altro lato del carattere della squadra.
Sì, perché per la prima volta nelle ultime cinque sfide, il Lugano alla prima sirena si è ritrovato sotto nel punteggio, non riuscendo a trovare il modo di pungere dalle parti di Senn e soffrendo dannatamente nel proprio slot. Schlegel ha dovuto fare gli straordinari, mentre davanti i bianconeri hanno costruito poco. Ma da lì in poi, dopo una breve ma intensa chiacchierata nello spogliatoio, le cose sono cambiate e sul ghiaccio si è rivisto il solito Lugano degli ultimi 10 giorni. Quello voglioso, quello grintoso, quello capace di mettere il bavaglio al proprio avversario, di metterlo alle corde, fino a fallo cedere.
Già, perché soprattutto nel terzo periodo, sul risultato di 2-2, i bianconeri hanno mostrato il loro lato migliore, hanno capito di poter fare male all’Ambrì e hanno continuato a lavorare ai fianchi dei leventinesi che si sono visti poco dalle parti di Schlegel. Alla fine la resistenza biancoblù è venuta meno, soprattutto a causa dell’errore clamoroso di Heed, ma Sekac e compagni hanno avuto il merito di restare lì, sempre in agguato, sempre in pressione, come una squadra consapevole della propria forza sa fare.
Insomma, come dicevamo anche settimana scorsa, se questo è il vero Lugano allora ci sarà da divertirsi…






