TICINO - Il Consiglio federale ha deciso di accogliere in Svizzera venti minorenni feriti o malati provenienti da Gaza, ciascuno accompagnato da un seguito familiare che può contare fino a cinque persone. I pazienti necessiteranno di cure mediche e psicologiche di lunga durata. Alcuni Cantoni, tuttavia, hanno rifiutato di partecipare, mentre il Ticino ha accettato di prendere parte al progetto umanitario.
L’ex deputata leghista Lelia Guscio non condivide la scelta: «Pur comprendendo la drammatica situazione nella Striscia di Gaza, ritengo che il Ticino non avrebbe dovuto aderire. Il fatto che otto Cantoni abbiano rifiutato, compresi quelli con finanze solide, è un chiaro segnale d’allarme».
Secondo Guscio, la solidarietà “a distanza” sarebbe più efficace: «Se davvero si vuole aiutare, lo si faccia sul campo, non portando qui persone che si troveranno immerse in un contesto culturale completamente diverso. Inoltre, nel caso arrivato in Ticino, la ragazza è stata accompagnata da sei familiari, non quattro come dichiarato dalla SEM. È facile immaginare che altri parenti possano seguire: un rischio concreto di immigrazione incontrollata che andrebbe prevenuto».





