TICINO - L’arrivo in Svizzera di venti minorenni feriti o malati da Gaza, ciascuno con seguito familiare, continua a far discutere. Il Ticino ha accettato di partecipare al programma, mentre diversi Cantoni hanno rifiutato.
Per il deputato leghista Stefano Quadri, il gesto umanitario «è nobile e tocca tutti sul piano umano», ma necessita di una cornice chiara: «Non può essere lasciato alla libera decisione dei singoli Cantoni: si tratta di una questione internazionale, che dev’essere gestita in modo unitario dalla Confederazione. Tutti dovrebbero muoversi nella stessa direzione».
Quadri sottolinea anche l’importanza del principio di sostenibilità: «L’aiuto deve essere concreto ma sostenibile. Portare qui intere famiglie è complesso e costoso. Solidarietà sì, ma entro limiti chiari e realistici».
Il deputato aggiunge che, almeno per ora, i tre punti sensibili — chi, quanti e quanto — sembrano sotto controllo: «Le persone accolte sono state selezionate con criteri rigorosi, gli arrivi sono limitati e i costi sono coperti da ospedali, Cantoni e associazioni. L’importante è che questo aiuto non finisca per gravare ancora una volta sul portafoglio della nostra gente».





