Sport, 14 giugno 2018

Tra ACB, Team Ticino e Nazionale: la parola a Paolo Righetti

Il presidente del Bellinzona si è aperto, dicendo la sua sia sul calcio ticinese sia sul Mondiale in corso d'opera

BELLINZONA – Sono giorni intensi, ricchi di gioia ma anche di lavoro, quelli che si stanno vivendo a Bellinzona, dalle parti del Comunale. A pochi giorni dalla fondamentale e meritatissima promozione in Prima Lega Promotion, il comitato dell’ACB è già all’opera per preparare la nuova e delicata stagione che partirà a breve.  “Il nostro è stato un cammino importante, nato dalle ceneri del Bellinzona, dopo il triste epilogo del 2013 – ha esordito Paolo Righetti, presidente del club granata – Siamo potuti ripartire dalla 2a Lega grazie al nostro Settore Giovanile e al calcio d’Élite, così come avvenuto poi col Bienne… ora siamo tornati ad annusare il calcio che conta, andremo avanti ma sempre tenendo conto del bilancio: questo è e sarà il nostro mantra”.

I festeggiamenti, quindi, sono già alle spalle?
Dobbiamo guardare avanti e allestire la rosa per l’anno prossimo. Stiamo eseguendo tutti i colloqui, sia con i giocatori che con lo staff tecnico: cercheremo di mantenere lo zoccolo duro e di confermare coloro che se lo sono meritato.

Come ACB fate parte anche del Team Ticino… si sta creando un grosso caos intorno a questa società…
È vero, si stanno creando dei problemi che non fanno bene al calcio ticinese, questo è chiaro. Col nostro Comitato Giovanile siamo in linea col Team Ticino e ritengo che questi problemi siano in realtà più diatribe tra persone che altro… bisogna trovare un accordo al più presto anche perché i ragazzi fra poco dovranno tornare a calcare i campi di calcio.

Proviamo a mettere da parte il tutto e tuffiamoci nel Mondiale: cosa si aspetta da Brasile-Svizzera?
Non sarà un match facile, ma sono ottimista proprio perché è la gara di esordio. Secondo me un pareggio lo possiamo centrare e, credetemi, sarebbe davvero importante non solo per il superamento del turno, ma anche per la testa. Poter affrontare la Serbia poi con 1 punto già conquistato, non sarebbe una cosa da sottovalutare…

Anche perché questa Svizzera
ha delle buone carte da giocare…
Vlado ha costruito un gruppo coeso, compatto anche se mi piacerebbe vedere una Nazionale più offensiva. Poi bisogna anche tornare alla realtà ed essere onesti: non abbiamo queste caratteristiche. Ci manca qualcosa lì davanti, ad esempio una punta alla Turkyilmaz o alla Alex Frei…

Potrebbe essere il Mondiale del ticinese Gavranovic? Anche se la prima punta dovrebbe essere Seferovic contro il Brasile…
Me lo auguro perché mi piace molto: non solo si sacrifica molto per la squadra, ma è anche un rapace di area di rigore…

Un altro difetto emerso con la Spagna, però, è la situazione sulle fasce: gli iberici a destra ci hanno fatto vedere i sorci verdi. Domenica da quel lato ci saranno Marcelo e Neymar…
È vero, a Villareal da quel lato abbiamo sofferto molto, veramente tanto. E con i verdeoro sarà una partita simile, ma mi fido di Petkovic. Sa leggere le partite, le sa preparare, sapendo adattare la propria squadra anche in base all’avversario. Se prevedo un cambio di modulo? Tutto è possibile, è vero che una grande Nazionale deve provare a imporre sempre il proprio gioco, ma quando trovi un avversario più forte devi saperti adattare…

Quale deve essere il traguardo di questa Svizzera a questo Mondiale?
Arrivassimo ai quarti di finale sarei contento e secondo me è alla nostra portata. È vero che agli ottavi ci incroceremmo col girone della Germania, ma tutto è possibile…

Sarà un Mondiale strano: dopo 60 anni mancherà l’Italia…
Sono sincero: mi dispiace! È un vero peccato, soprattutto per il nostro Cantone che è un Cantone di confine. Mancherà la festa, mancherà un po’ di interesse, mancheranno anche gli sfottò che, nel limite del lecito, sono anche il bello del calcio… Ma l’Italia da questa situazione deve uscirne vincitrice, deve rialzarsi, deve credere nei giovani, deve ritrovarsi perché un Mondiale senza Italia è davvero una cosa incredibile.

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