Ticino, 08 agosto 2018
Foletti: "La politica guarda il futuro nello specchietto retrovisore"
Intervista al Municipale di Lugano e Capo dicastero finanze Michele Foletti (LEGA). Dai buoni propositi del primo agosto, alle sfide della Città di Lugano
Ai festeggiamenti del primo agosto abbiamo sentito le allocuzioni di molti politici che hanno parlato di valori svizzeri e buoni propositi, quali sono i suoi?
Alla fine come non si possono non condividere le parole e i concetti detti un po’ da tutti. É come a Natale, siamo sempre tutti più buoni. E infatti il primo agosto è il natale della Patria. Poi ognuno valuterà se alle parole seguono i fatti.
Lei è municipale a Lugano, i tempi della campagna elettorale non sono distanti, cosa vorrebbe concludere ancora in questa legislatura prima che si passi solo a slogan elettorali?
Vorrei mettere la Città sulla strada del futuro. Abbiamo enormi potenzialità in questo momento di grandi cambiamenti sociali, economici e tecnologici. Dobbiamo saper coinvolgere chi è sul territorio ed è all’avanguardia a livello internazionale. E ci sono potenzialità enormi in Ticino. Ma la politica in generale non guarda al futuro, ha paura dei cambiamenti e ragiona spesso su strategie di retroguardia. Purtroppo i nuovi politici non hanno più ideali, né di destra, né di sinistra, ma ragionano unicamente in funzione del consenso elettorale. Una visione a corto termine che non ci permetterà più di contare su dei veri statisti capaci di far crescere
il nostro paese. In un mondo che cambia a velocità siderale, abbiamo un classe politica che in maggioranza rimpiange il passato e guarda il futuro nello specchietto retrovisore.
Peccato, perché una realtà come quella della Città di Lugano, potrebbe essere un laboratorio eccezionale per diventare la città del futuro.
Lugano ha due grossi progetti sul tavolo, il polo sportivo e quello congressuale. Riusciremo a vederne la realizzazione? L`investimento per il LAC di 250 milioni ha influito nella politica degli investimenti della Città anche per queste strutture?
Certo l’investimento per il LAC ha insegnato almeno una cosa alla politica: non fare il passo più lungo della gamba.Si sarebbe potuto capirlo anche prima, ma non c’era la volontà di guardare in faccia la realtà delle cose.
In merito ai due grandi progetti sono abbastanza fiducioso sul Campo Marzio come polo turistico e congressuale, mentre sono molto più scettico sul progetto del polo sportivo: un progetto nato storto che finirà anche peggio. Non sappiamo ancora cosa costerà alla fine ai cittadini, lo chiedo dal 2013, ma nessuno mi dà una risposta. Una cosa è certa: non sarà totalmente finanziato dall’investitore privato.
AC