Sport, 29 agosto 2018
“Crescere come giocatori e come persone”: apriamo le porte sul Settore Giovanile del Lugano
La Scuola Calcio bianconera in questi ultimi anni è cresciuta in modo esponenziale grazie anche all’impegno economico di un imprenditore russo, Leonid Novoselskiy: scopriamone alcuni segreti
LUGANO – Negli ultimi mesi ha tenuto spesso banco la tematica del Settore Giovanile del Lugano, una tematica a volte paradossale, dovuta non tanto ai risultati eccellenti e soddisfacenti che il lavoro che viene fatto dalle parti di Cornaredo sta dando, ma quanto alle controversie e alle diatribe nate tra Team Ticino e il medesimo Settore bianconero. I dati, però, parlano chiaro: sulle rive del Ceresio si lavora alacremente, grazie all’impegno di circa 70 allenatori, di cui 25 professionisti, e alle “forze economiche” messe a disposizione da un imprenditore russo, Leonid Novoselskiy, deciso a migliorare, e di molto, la scuola calcio luganese.
“Il Settore Giovanile del Lugano è unito a doppio filo con la Prima Squadra, con la società FC Lugano, che deve garantire economicamente le squadre giovanili, come stabilito dal regolamento dell’ASF – ha spiegato Cristiano Zatta, Coordinatore del Settore Giovanile – In circa due anni, grazie al lavoro del nostro presidente siamo cresciuti tanto, siamo maturati e abbiamo sviluppato in modo graduale e controllato questo progetto”.
Come è nata questa idea?
Leonid Novoselskiy nel 2016 è giunto qui a Lugano, dove giocava già suo figlio. La sua idea era quella di dare una mano all’Under 11, che è così diventato il nostro “progetto pilota”. Da lì in poi è entrato nel Comitato del club, per poi diventarne presidente: la nostra idea è quella di rendere il tutto il più professionale possibile.
Per farlo mettete a disposizione dei ragazzi allenatore di qualità e professionisti, giusto?
Assolutamente sì. Diciamo che ci sono sia quelli professionisti, che di giorno lavorano anche negli uffici del club e vivono da vicino la realtà, sia quelli non professionisti per i quali questo è un lavoro collaterale.
Possiamo dire che offrite alle giovani leve la possibilità di crescere sia come giocatore che come persona?
Il calcio e la vita di tutti i giorni, per noi, devono procedere di pari passo. Si dice che 1 su 1'000 diventa professionista, e gli altri 999? Lavorando bene sappiamo che questa percentuale migliora molto, ma sappiamo che chi diventa calciatore professionista resta una parte minima. Per questo motivo oltre che crescere sul campo ci impegniamo a renderli migliori anche nella società, perché ci segue delle regole su un rettangolo di gioco, in uno spogliatoio, e impara a rispettarle… siamo sicuri che sarà anche un bravo cittadino nel futuro. Inoltre cerchiamo di accrescere anche il bagaglio culturale dei nostri giovani ragazzi: quando partecipano a un torneo internazionale, prendono un aereo, vivono emozioni e situazioni nuove, e nei momenti liberi visitano città, parchi e tante altre attrazioni culturali… Soprattutto crediamo molto nei valori di educazione, rispetto e Fair Play.
Per potervi permettere tutto questo, però, servirà un budget non indifferente…
Diciamo che circa 1'000'000 di franchi arriva dalle quote che versano annualmente i ragazzi, dagli sponsor, dai soci sostenitori e dalle convenzioni prese con “Gioventù e Sport”, quindi col Comune. L’altro 1'000'000 circa corrisponde allo sforzo economico del nostro presidente.
L’FC Lugano, quindi, non collabora economicamente in questo progetto?
In questo momento no, ma sono queste le convenzioni stabilite tra noi e loro, anche se comunque restiamo il loro Settore Giovanile.
Quanto costa a una famiglia iscrivere il proprio figlio da voi?
Le quote cambiano in base alla categoria, ma quella più alta arriva a 1000.-.
Detta così potrebbe sembrare una spesa esosa, un esborso che va a gravare e non poco sul budget familiare, ma questa quota comprende tutto il materiale tecnico che resta poi ai ragazzi, circa 400.-, più tutte le varie “uscite”: quando partecipiamo a un torneo, magari in Austria, in Italia o in Ungheria, le famiglie dei ragazzi non devono più intervenire economicamente. In ogni caso occorre considerare che le quote sociali coprono circa il 13% del budget.
Nell’ultimo periodo si è alzato anche il polverone relativo ai tanti ragazzi non residenti che si sono iscritti a Lugano. Sono più bravi i giocatori italiani che quelli svizzeri?
Non è questo il punto. Ci sono sempre stati ragazzi non residenti nel Settore Giovanile, non è una novità, ma la vera novità che l’anno scorso erano soltanto il 10%: c’è stato un calo sensibile rispetto al passato. Noi non abbiamo ancora sviluppato e non stiamo lavorando sullo scouting, quindi per il momento non stiamo andando in maniera sistematica a cercare i ragazzi in giro per il Ticino o fuori dai confini… sono i genitori che ci contattano e decidono di iscrivere qui i loro figli perché da noi ci sono allenatori importanti, come per esempio Gigi Romano, uno degli allenatori dei portieri più bravi che ci siano: è lui che ha formato Gigio Donnarumma al Milan.
Concentrate più le vostre forze sulla Scuola Calcio, insomma…
Assolutamente sì e la collaborazione col Rapid Lugano, che abbiamo appena stipulato, va letta sotto quest’ottica. Noi stiamo investendo molto sotto quest’aspetto e infatti in questi anni stiamo ricevendo molte più adesioni da parte di bambini di Lugano e del Ticino, rispetto che da quelli italiani. Ma è chiaro che se un ragazzino che arriva dall’Italia promette bene e può aiutare anche a fare crescere i nostri giocatori, non avrebbe senso rinunciarci…
Eppure il Team Ticino storce il naso…
Le cose stanno così: dopo l’Under 14 i nostri ragazzi vengono selezionati e vanno a giocare nel Team Ticino. È chiaro che se ci vengono a mancare gran parte dei ragazzi, in qualche modo dobbiamo poter creare una squadra di Under 15 o oltre… per questo che prendiamo anche ragazzi dall’Italia. Ma il vero problema è un altro: l’FC Lugano, anche per budget e risultati sportivi, dovrebbe rappresentare il faro del Team Ticino stesso, ma non è così…
Può spiegarci meglio?
Partiamo da un presupposto: nessuno qui a Lugano vuole smantellare il Team Ticino! Ma è "particolare" che una società come quella bianconera non gestisca il calcio d’élite, cosa che avviene invece da qualsiasi altra parte della Svizzera, dove la squadra faro della regione lo gestisce. Lei investirebbe nel calcio se poi un ragazzino da lei allevato rischia di uscire dai suoi radar a 14 anni per poi, forse, ritrovarlo a 18-19? Non credo… eppure è quello che accade qui.
In conclusione, quali sono i vostri obiettivi?
Prima di tutto quello di essere da supporto per le società del territorio, instaurando con loro delle collaborazioni, poi vogliamo rappresentare un supporto anche per le famiglie e le scuole, infine vogliamo crescere sia qualitativamente sia economicamente come Scuola Calcio. Uno degli obiettivi sportivi più importanti è avere lo stesso numero di giocatori nelle nazionali giovanili rispetto a Basilea, GC e Lucerna e altri club importanti. Oggi purtroppo non è così. Chiaramente sarebbe fantastico poter vedere qualche nostro ragazzo crescere al punto tale da giocare una finale di Champions… o perché no, vederli giocare nel Lugano e ottenere risultati importanti con questa maglia.