Il 13 settembre scorso Nidal R., membro di uno dei tanti clan arabi che si sono insediati negli ultimi decenni in Germania, viene crivellato di colpi sotto gli occhi della famiglia. A colpire l'opinione pubblica tedesca non è solo l'efferato omicidio in sè ma anche la presenza di migliaia di persone, in stragrande maggioranza arabi, presenti al funerale (vedere foto). In un contesto già teso già teso dovuto all'influsso di centinaia di migliaia di migranti negli scorsi anni e dei problemi che ciò ha portato, l'opinione pubblica tedesca scopre che interi quartieri sono in mano a questi clan famigliari e che da anni, se non decenni, è in corso una guerra "nascosta" tra queste famiglie per il controllo dei quartieri e il traffico di droga.
Secondo il "TagesAnzeiger", che sulla vicenda ha scritto un articolo basato su un'inchiesta del giornalista tedesco Olaf Sundermeyer pubblicato, il problema non è dovuto solo alle politiche della cancelliera Merkel ma ha le sue origini negli anni '80 quando la Germania aprì le porte a presunti rifugiati provenienti dal Libano dilaniato dalla guerra civile.
Problema presente in tutte le città della Germania occidentale
Il funerale di Nidal R. si è tenuto a Berlino e cittadinii tedeschi hanno potuto vedere migliaia di uomini barbuti e tatuati marciare per le strade urlando "Allah akbar" e altri slogan islamici. Ma per Sundermeyer, le immagini potrebbero benissimo anche provenire da Dortmund, Essen, Brema o Duisburg. Circa 12 grandi famiglie arabe, ciascuna con centinaia o addirittura migliaia di membri, si sono diffuse nelle città tedesche. Controllano interi quartieri, commettono rapine, traffico di persone e droghe e praticano il racket. In molti casi ricevono prestazioni sociali dallo stato, ma hanno auto di lusso, alberghi, stazioni di servizio, bar narghilè e locali di scommesse – e la loro sfera d'influenza è in continua espansione