Sport, 21 dicembre 2018
Habisreutinger: “Dirigenza contenta di Ireland. Io nel mirino della critica, è normale essendo il DS”
Il direttore sportivo del Lugano è intervenuto in merito al momento complicato che stanno vivendo i bianconeri e alle critiche a lui stesso rivolte in questo periodo
LUGANO – Che sia crisi in casa Lugano, è innegabile. La classifica non mente, i punti ottenuti anche, l’assurdo rendimento esterno stagionale, che prosegue da agosto, non ammette repliche e non è assolutamente accettabile tenendo conto del valore della rosa a disposizione di Ireland. E allora, di chi è la colpa? Dove sta il problema? Chi lo può risolvere? Qual è la medicina giusta? Sono queste bene o male le risposte che tifosi e addetti ai lavori si stanno ponendo in questo momento e allora, per provare a fare un po’ di luce su tutto questo, abbiamo interpellato Roland Habisreutinger, Direttore Sportivo del Lugano.
Roland, prima di tutto, voi società come state vivendo questo lungo periodo difficile?
È chiaro ed evidente che il back-to-back non ci soddisfa, i risultati non rispondono alle nostre aspettative e che non possiamo essere felici di quanto mostriamo in trasferta. Ovvio che se sapessimo il perché, se riuscissimo a capirlo, sapremmo come intervenire…
Siamo a dicembre: non siete riusciti a fare un quadro della situazione e capire l’origine dei problemi?
Non è evidente, anche se è chiaro che è un problema di fiducia che in questi mesi manca nel gruppo quando scendiamo in pista in trasferta. Anche a Zugo alla fine abbiamo giocato veramente solo il terzo tempo quando eravamo già sotto di due reti, ma il grande problema sta nel fatto che nonostante le potenzialità non segniamo. Inoltre quando prendiamo una rete, non dico che la squadra va nel panico, ma quasi e inoltre ognuno vuole tentare di risolvere le partite da solo: il nostro è un campionato troppo equilibrato perché un singolo giocatore ci riesca…
C’è confusione insomma. Una confusione che sembra esserci anche in società stando anche semplicemente alle ultime dichiarazioni rilasciate da te, dalla presidente e da Ireland sul futuro dello stesso head coach…
Non sono d’accordo con questa affermazione. In società siamo contenti di Ireland, semplicemente
sia io che Vicky abbiamo detto che non è questo il momento di negoziare il rinnovo contrattuale del nostro allenatore. Andiamo tutti versi la stessa direzione, tutti remiamo per cercare di risollevare la squadra e tutti pensiamo alla stessa cosa. La dirigenza è contenta di Ireland e ci può stare che sul tema del rinnovo il coach dica che l’anno prossimo sicuramente allenerà una squadra. Ovviamente vogliamo che tale squadra sia il Lugano…
A fine aprile il Lugano si giocava gara-7 della finale per il titolo. A fine dicembre il Lugano è decimo: pensi che avete sbagliato qualche scelta, qualche valutazione, qualche acquisto sul mercato?
In questo momento ovviamente, con tali risultati, si può parlare e discutere di tutto. È ovvio che la piazza non sia contenta, che mormori, che sia arrabbiata e che magari giudichi qualche acquisto fatto, ma noi dobbiamo solo pensare a uscire da questa situazione da soli, senza guardare al passato, senza guardare al mercato e alle scelte prese assieme: dobbiamo guardare al presente e pensare al futuro prossimo.
Hai parlato di piazza: quando il Lugano vince giustamente gli applausi vanno ai giocatori, quando le cose vanno male nell’occhio del ciclone ci finisce sempre Roland Habisreutinger…
È una cosa normale, non posso certo aspettarmi un applauso visto il campionato che stiamo facendo e vivendo. Sarebbe assurdo, sbagliato e senza troppo senso. Io da parte mia so che mi sto impegnando come ho sempre fatto, so che devo dare una mano alla società per centrare i migliori risultati sportivi e sul mercato.
È quindi ovvio ciò che sta avvenendo all’estero della Cornèr Arena, dove i tifosi ti criticano, dove i tifosi vorrebbero un cambio nel ruolo di DS, dove i tifosi giudicano le scelte fatte sul mercato…
Ai tifosi ovviamente serve una persona di riferimento, serve una persona che sia il responsabile quando le cose non vanno: è anche questa la mia funzione ed è ovvio che questo avvenga quando le cose non vanno per il verso giusto.