Lo scorso mese di novembre il Dipartimento delle Istituzioni ha convocato i diversi attori dei Corpi di polizia (Cantonale, Poli regionali e Strutturate) per presentare un modello di possibile riorganizzazione dell’intero Servizio. Va detto che l’attuale Legge di collaborazione data dal 2011 e che non tutti i corpi sono ancora riusciti ad adeguarsi.
Nel 2013 fu presentata una mozione che caldeggiava l’istituzione di un’unica polizia per l’intero territorio ticinese a seguito della quale venne istituito un gruppo di lavoro con l’obiettivo di ristudiare l’intera organizzazione del servizio, migliorare l’efficacia e la collaborazione. Ne è scaturito un rapporto al quale ha fatto seguito una consultazione che ha visto partecipare una sessantina di Comuni: le considerazioni espresse vanno dall’appoggiare la formazione di un’unica polizia al mantenimento dello stato quo. In questo ampio ventaglio di visioni il Dipartimento ha cercato di mediare per ottenere una proposta politicamente condivisibile che è appunto stata recentemente esposta.
Cerco di seguito di riassumerne i principali obiettivi:
- ridurre le attuali Regioni da 7 a 5, ma tendenzialmente a 4 (Mendrisiotto, Luganese, Bellinzonese e Valli, Locarnese) all’interno delle quali la polizia più importante, detta “Polo”, svolge funzione di referente per la Cantonale e supporta il lavoro dei corpi più piccoli, definiti “Strutturati”.
- affinare la suddivisione di compiti, competenze e responsabilità. In questo ambito la Magistratura caldeggia in particolare il trasferimento alle Strutturate del trattamento delle querele di parte, molto oneroso dal profilo del carico lavorativo.
- aumentare il numero degli effettivi delle Strutturate dai minimi attuali di 5 a 15 agenti più un comandante nel 2020 e a 20 nel 2015 al fine di garantire autonomamente il servizio sull’arco dell’intera giornata (24 ore) e settimana (7/7). centralizzare gli acquisti e uniformare i supporti informatici.
Ora, se sulla riduzione delle Regioni in vista anche di avere un’organizzazione a specchio con la Polizia cantonale e sull’uniformazione di acquisti e informatica si possa senza dubbio convenire, lo stesso non può dirsi per gli effettivi e l’attribuzione dei compiti. Ma andiamo per ordine.
Cominciamo col dire che chi è riuscito a plasmare un Corpo pienamente efficiente ma ad esempio di 10 unità, qual è il nostro, fatica a comprendere per qual motivo a così poca distanza di tempo si debba di nuovo mettervi mano. Un Corpo di polizia non è fatto di soli numeri e competenze ma necessita, come ogni team, anche grande coesione e affiatamento.
Coloro che sono confrontati con problematiche relative al personale ben sanno come queste siano molto difficili da gestire. E poi, se proprio si volesse compiere questo ulteriore salto, perché prevedere ancora due tappe andando a scombussolare a più riprese gli organici? Meglio sarebbe allora dire che ogni Strutturata deve raggiungere l’obiettivo di 20 agenti entro il 2025.
Rimango quindi fermamente dell’opinione che se è vero, come di pubblico dominio, che vi sono Corpi con manifesti problemi che si trascinano da anni, è verso quest’ultimi che bisognerebbe in primo luogo intervenire e non rimettere di nuovo in discussione l’intera