Del resto, sono i rischi del mestiere, ai quali anche un dirigente della sua esperienza non può sottrarsi. Anche se per lui sembra che discorso sia un po’ diverso rispetto ad allenatori e giocatori. Se quest’ultimi sono stati tagliati impietosamente quando qualcosa non funzionava, l’ex direttore sportivo del Kloten, sino ad oggi non è mai finito nel tritacarne bianconero. Anzi: se possibile è stato riconfermato senza se e senza ma..
A questo proposito rimandiamo i nostri lettori alla conferenza stampa tenuta nel gennaio del 2017 l’indomani della cacciata di Doug Shedden. Famose (e fumose?) le parole del presidente: “Chi c’era prima di Roland non è che abbia fatto meglio...". Ma tant’è: nessun giornalista in quel momento seppe rispondere a Vicky Mantegazza, e forse sarebbe bastato ricordarle che con Jòrg Eberle il Lugano vinse il suo ultimo titolo nel 2006.
In questo momento di difficoltà, in seno al gremio luganese la scelta se continuare o meno con Habisreutinger diventa uno dei nodi da sciogliere più importanti. Per ora nessuno si sbottona anche se da fonti vicine al club sappiamo che il DS vorrebbe continuare. Il Lugano è diventata la sua seconda casa e per lui trovare un altro club di prima fascia risulta essere un’impresa titanica. Del resto, il bilancio della sua permanenza alla Resega non parla certo a suo favore:
sotto accusa sono scelte di mercato quanto meno opinabili, strategie confuse, pericolosi impasse (come quello attuale...) e un rapporto con la stampa e il pubblico (volenti o nolenti contano anche quelli) non certamente idilliaco.
Chi non ricorda per esempio 10 striscione esposto dalla Nord dopo il licenziamento di Shedden? Quel giorno i tifosi non le mandarono di certo a dire: “Roland vattene!” .Suscitando l’ira della dirigenza che replicò il giorno dopo con un comunicato in cui si diceva, fra le altre cose che “decisioni e scelte, giuste o sbagliate, sono tuttavia sempre state condivise all'interno del massimo organo dirigenziale e non è quindi corretto che sul banco degli accusati venga posto l'operato di una singola persona”. E ciò, a distanza di due anni, attesta come il CdA abbia sempre avvallato le sue scelte. Emblematico.
Chi non ricorda per esempio 10 striscione esposto dalla Nord dopo il licenziamento di Shedden? Quel giorno i tifosi non le mandarono di certo a dire: “Roland vattene!” .Suscitando l’ira della dirigenza che replicò il giorno dopo con un comunicato in cui si diceva, fra le altre cose che “decisioni e scelte, giuste o sbagliate, sono tuttavia sempre state condivise all'interno del massimo organo dirigenziale e non è quindi corretto che sul banco degli accusati venga posto l'operato di una singola persona”. E ciò, a distanza di due anni, attesta come il CdA abbia sempre avvallato le sue scelte. Emblematico.
In questi anni giornalisti e tifosi si sono sempre chiesti come mai Roland abbia sempre avuto un’ampia linea di credito nonostante i fallimenti di cui sopra. Oggi, affranti, delusi e rassegnati, sembra che abbiano lasciato in disparte questo tema scottante, anche se non dimenticano che a metterlo lì è stato Fabio Gaggini, ex presidente bianconero e “ tutore” dell’attuale dirigenza. E a Fabio, grande conoscitore di hockey, chiediamo dunque: come valuta il lavoro di Habisreutinger? Positivo, buono, negativo, pessimo?
Intanto il futuro dell’HC Lugano è ancora in alto mare. Oltre alla posizione del DS ci sono altre situazioni da risolvere, legate per altro anche alla riconferma di Habisreutinger. La principale riguarda naturalmente la conferma (o meno) del tecnico Greg Ireland, a cui difficilmente verrà però rinnovata la fiducia. La mancanza di un gioco, la sua testardaggine nelle scelte tecniche, il rapporto con i giocatori non più idilliaco lasciano supporre che l’addio avverrà a fine campionato. E per sapere chi sarà il suo sostituto dovremo attendere la decisione del club sul direttore sportivo. Anche se siamo disposti a scommettere che in cuor suo il CdA abbia già deciso di mantenerlo al suo posto...
MDD