Di recente, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha approvato a maggioranza, così come la sua “omologa” del Consiglio nazionale, un’iniziativa parlamentare del deputato Udc Marco Chiesa. L’iniziativa chiede che, nel registro pubblico degli interessi dei deputati a Berna, venga indicato anche il possesso del doppio passaporto. Questo perché il politico con in tasca il doppio passaporto beneficia dei privilegi di entrambi i Paesi di cui ha la nazionalità. In tal modo, spiega l’iniziativista, “si crea una relazione di interessi che merita di essere portata a conoscenza della popolazione”.
Relatrice a sostegno dell’iniziativa presso la Commissione degli Stati la leghista Roberta Pantani, che evidentemente ha convinto i “senatori” a sostenere la proposta.
La quale come detto non è però stata approvata all’unanimità, come sarebbe stato lecito attendersi, bensì solo a maggioranza. Chi si è espresso contro? Ma naturalmente i soliti $inistrati del P$ (Partito degli Stranieri) fautori delle naturalizzazioni facili di stranieri non integrati e non integrabili: quelli che il passaporto rosso “è solo un pezzo di carta”, da regalare a chiunque ne faccia richiesta!
Altro che “trasparenza”!
Il colmo è che proprio i kompagnuzzi sono poi quelli che si sciacquano la bocca con la “trasparenza”, ma naturalmente solo asenso unico e solo quando fa comodo. Proprio come accade da quelle parti con la morale, con la legalità, eccetera. Sicché: i deputati devono indicare se fanno parte di una bocciofila ma tuttavia, secondo i $inistrati, il popolazzo non può pretendere di sapere se un suo rappresentante alle Camere federali ha il doppio passaporto!Anche il Gigi di Viganello
è in grado di rendersi conto di quanto una simile posizione sia aberrante.
E’ chiaro che l’obbligo di trasparenza sulla nazionalità plurima dei deputati è una richiesta assolutamente minimalista. Ai deputati federali dovrebbe semplicemente essere impedito di mantenere la doppia cittadinanza, nel caso l’avessero. Idem dicasi, ovviamente, per i Consiglieri federali, come pure per i diplomatici.
Lealtà in forse
Non sta né in cielo né in terra che qualcuno faccia politica nelle massime istanze della Confederazione con in tasca il