Mondo, 08 marzo 2019

Pamela Mastropietro "fatta a pezzi mentre era ancora viva"

Continua il processo a carico dei presunti autori dell'omicidio della giovane italiana Pamela Mastropietro. Nella seconda udienza, come riportano i media italiani, un testimone, Vincenzo Marino, racconta come la 18enne ha trovato la morte e gli attimi precedenti. "Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l'ha spogliata, era sveglia ma aveva gli occhi girati all'insù e hanno avuto un rapporto sessuale completo" inizia così la tesminonianza di Marino "poi la ragazza voleva andare via a casa a Roma perché aveva il treno - prosegue Marino riportando le confidenze raccolte in carcere da Oseghale - disse che se no l'avrebbe denunciato. Ebbero una colluttazione, si sono spinti, Oseghale le diede una coltellata all'altezza del fegato e dopo una prima coltellata Pamela cadde a terra».

"Pensando che dopo averla accoltellata Pamela fosse morta, Oseghale mi raccontò che andò ai giardini Diaz per chiedere, invano, l'aiuto a un connazionale poi tornò a casa, convinto che la ragazza fosse morta la squartò iniziando dal piede. La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata», afferma ancora il pentito che racconta l'incontro in carcere con il presunto assassino. "L’8
luglio - spiega Marino - uscii dalla mia cella e vidi Oseghale di fronte alla sua cella. Gli dissi - racconta il pentito - ‘Cornuto, pezzo di m…., che facesti? In carcere lo chiamavano macellaio - continua - gli ho lanciato una bottiglia. Poi fummo divisi". Secondo la sua ricostruzione fu stabilito per loro due il divieto di avvicinarsi, ma, nonostante ciò, continuarono a incontrarsi. Un altro detenuto, giorni dopo, «venne a dirmi che Oseghale voleva chiarirsi, che si voleva riappacificare», ha continuato il testimone spiegando che il nigeriano parlava italiano. "Mi chiamava ‘zio’", ha aggiunto spiegando che in carcere "zio è una persona che merita rispetto nei confronti di altri detenuti".  

"Sono andati a comprare una siringa e sono andati a casa, Oseghale, Desmond Lucky, la ragazza per consumare un rapporto a tre perché Desmond Lucky e Oseghale volevano stare con la ragazza», afferma ancora Marino. Oseghale "mi raccontò che la ragazza si era fatta di roba, Desmond si avvicinò per approcciarla e la ragazza lo respinse, Desmond Lucky gli diede uno schiaffo e la ragazza cadde a terra e svenne. Poi Desmond Lucky se ne andò", continua. Quanto a eventuali complici, il pentito sottolinea: "Non fece il nome di nessuno".  

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