Svizzera, 21 marzo 2019

12enne condivide video violenti su WhatsApp, la polizia va a prenderlo a scuola (senza dire niente ai genitori)

Da un amico, un dodicenne del canton Zurigo aveva ricevuto due video violenti. Attraverso l'applicazione Whatsapp gli aveva inviato video di corpi tagliati. Senza pensarci troppo, il ragazzo condivide le riprese con i suoi compagni di classe nella chat comune.

Ma qualcuno deve aver fatto la spia. Il giorno dopo infatti, la polizia si presenta nella scuola del ragazzo, chiamata dall'istituto stesso. Come scrive il giornale zurighese "Weltwoche", i funzionari hanno interrogato il dodicenne e altri due studenti del primo anno. I suoi compagni consegnano il telefono alla polizia ma il dodicenne non aveva il suo, perché lo aveva lasciato a casa. La polizia allora accompagna il giovane al suo domicilio in modo che possa consegnarli il suo telefono. In nessun momento i genitori sono stati informati di quanto accaduto.

Solo poche ore dopo, il dodicenne racconta alla madre dell'incidente, incidente che lo ha traumatizzato
al punto che non riesce più ad andare a scuola per diversi giorni. La madre è infuriata e sta valutando una denuncia contro la polizia. Secondo lei non è accettabile che la polizia sia sia permessa di entrare in casa sua senza il suo permesso o un mandato di perquisizione.

Ma anche per i ragazzi potrebbero esserci conseguenze legali. Oltre all'insegnante di classe, all'amministrazione scolastica e al servizio giovanile della polizia cantonale, è stato coinvolto anche l'ufficio del pubblico ministero dei minorenni. "Questo è un reato", spiega il portavoce della polizia cantonale zurighese, Florian Frei.

Secondo Frei un minorenne commette reato se condivide immagini di violenza o di pornografia dura. Anche il semplice possesso è proibito. Gli insegnanti farebbero quindi bene a riferire alla polizia di studenti che portano un telefono con tale materiale a scuola.

Guarda anche 

Un litigio per un parcheggio si trasforma in una saga giudiziaria

Che fare quando qualcuno lascia la macchina nel proprio posteggio privato? Bloccare l'uscita dal parcheggio in modo da punire il trasgressore potrebbe sembrare una so...
10.04.2025
Svizzera

Cerca un killer per uccidere la ex ma si ritrova truffato e finisce in prigione

Nel gennaio 2023 uno svizzero di 54 anni ha tentato di far uccidere la sua ex compagna, madre dei suoi figli, cercando un killer su un sito internet nel darknet. Ha scelt...
05.04.2025
Svizzera

“Vota la figlia della mia amica”. Ecco la nuova truffa su WhatsApp

LUGANO – Dopo quella del ‘falso curriculum’, con tanto di chiamata registrata, ecco una nuova truffa che sta imperversando sui telefonini, questa volta ...
07.04.2025
Magazine

“La violenza si può battere solo se tutti collaborano”

LUGANO - I recenti brutti episodi di violenza hanno gettato nuove ombre sul calcio regionale e soprattutto sul nostro movimento giovanile: sembra che alla stupi...
03.04.2025
Sport

Informativa sulla Privacy

Utilizziamo i cookie perché il sito funzioni correttamente e per fornirti continuamente la migliore esperienza di navigazione possibile, nonché per eseguire analisi sull'utilizzo del nostro sito web.

Ti invitiamo a leggere la nostra Informativa sulla privacy .

Cliccando su - Accetto - confermi che sei d'accordo con la nostra Informativa sulla privacy e sull'utilizzo di cookies nel sito.

Accetto
Rifiuto