Sport, 29 marzo 2019

Lugano-Kapanen: ci siamo. Klasen e Lajunen sorridono, Lapierre (forse) meno

Il 45enne quasi sicuramente sarà il nuovo allenatore dei bianconeri: in Finlandia lo danno per certo. Potrebbe portare un’ondata di novità che a Lugano manca da tempo immemore

LUGANO – Dato il benservito a Greg Ireland dopo l’eliminazione subita per mano dello Zugo, il Lugano è a caccia del suo nuovo head coach. Quell’head coach che avrà il delicato compito di cambiare aria, di cambiare rotta e di riportare i bianconeri nei primi posti dell’hockey svizzero, nonostante l’organico – viste le partenze di Hofmann e Merzlikins – corra il rischio di risultare un po’ inferiore al recente passato.

La ricerca però dovrebbe avere le ore contate: quella che era una supposizione, stando a quanto riferito dai media finlandesi – che se così fosse ne sanno più di noi –, dovrebbe presto diventare realtà. Sami Kapanen a breve, infatti, si legherà al sodalizio ticinese, salutando il KalPa Kuopio con un anno di anticipo rispetto al contratto.

Una mossa forte anche perché sulla panchina bianconera dal 2011 in poi si sono succeduti solo allenatori con l’impronta nordamericana, a partire da McNamara, fino ad arrivare a Ireland, passando per i vari Shedden, Fischer, Huras e via discorrendo. Si ritornerà così a uno stile di hockey scandinavo – che nell’ultima stagione è quello che ha portato a risultati migliori in Svizzera, tenendo conto che Jalonen, Tangnes, Peltonen, Törmanen ed Ehlers hanno concluso la regular season nei primi 6 posti della classifica – che potrebbe dare nuovo sfoggio a giocatori come Klasen e Lajunen.

Il folletto numero 86 è quello che più ha sofferto la gestione nordamericana di Greg Ireland. Spesso confinato in tribuna, anche quando i problemi fisici erano alle spalle, ha praticamente vissuto i playoff del 2018 e l’inizio di questa stagione da
spettatore non pagante. Non certo la situazione migliore per uno come lui, capace di giocate sublime, di essere il faro di una squadra e in grado di trascinare il suo Lugano, nel 2016, fino all’atto finale dei playoff. L’addio di Ireland, sicuramente, lo ha convinto a restare anche perché in caso contrario difficilmente lo svedese avrebbe vissuto un altro anno tra ghiaccio e tribuna…

Anche da Jani Lajunen ci si aspetta molto di più in vista della prossima stagione. Frenato da un’appendicite che non gli ha più permesso di rendere al meglio (8 gol e 15 assist in regular season e 1 assist nei playoff sono un bottino inaccettabile per uno come lui), il finlandese è atteso dalla stagione della verità. Qual è il vero Lajunen? Quello che nei playoff del 2018 faceva ammattire tutte le difese col suo gioco nello slot, o quello abulico dell’ultima annata? Sicuramente l’arrivo di Kapanen potrebbe giovare al suo hockey, visto che in Patria ha vinto 3 campionati di fila con la maglia del Tappara prima di sbarcare sulle rive del Ceresio.

Chi invece potrebbe storcere il naso, almeno sulla carta, è Maxim Lapierre. Il 34enne (oggi è il suo compleanno, ndr) predilige un gioco fisico, un gioco nordamericano, ma il buon Maxim è un giocatore intelligente e saprà adattarsi. Vi ricordate il suo cambiamento dalla gestione Shedden – quando il suo ruolo principale era quello di fomentare e di provocare gli avversari – a quella di Ireland, quando è diventato più scorer e meno casinaro? Ecco… siamo sicuri che Lapierre saprà calarsi nel nuovo ruolo che Sami Kapanen gli chiederà al suo arrivo (sempre se ci sarà) alla Cornèr Arena.

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