Mondo, 03 giugno 2019
Elezioni europee, nella città tedesca di Duisburg islamisti al 36%
Quanto avevamo previsto – e non c’era bisogno di essere il Mago Otelma per formulare previsioni di questo tipo… - si sta puntualmente avverando. In Europa i partiti islamisti, là dove si presentano, prendono piede. Emblematico è il caso di una circoscrizione della città tedesca di Duisburg in occasione delle elezioni europee che si sono tenute lo scorso fine settimana.
Ebbene, in quel di Duisburg il primo partito non è la CDU dell’Anghela Merkel, che infatti è crollato all’ 8,24%. Non è neanche Alternative für Deutschland, che ha pur sempre staccato la stessa percentuale. Non sono i Verdi (cresciuti al 13%) e nemmeno i kompagni della SPD che raggiungono il 17%! No: il primo partito, che svetta su tutti, con oltre il doppio – il DOPPIO! – dei consensi della forza politica classificata seconda, ovvero la citata SPD, è il BIG. Che infatti ha portato a casa quasi il 36% dei consensi.
Dunque, un risultato “bulgaro”. E che razza di partito è questo BIG, di cui di certo nelle cronache internazionali non si è mai sentito parlare?
Si tratta, lo si sarà capito, di un partito islamico. Che si ispira al Corano.
Qualcuno, sulla stampa italiana, ha commentato così l’ascesa del BIG:“Quando le risorse importate sono la maggioranza, eleggono chi ritengono opportuno e governano secondo le leggi dell’Islam”.
Prova generale
E’ evidente che si è trattato di un primo tentativo. Di un “ballon d’essai”. Ma, visto

il risultato strepitoso ottenuto – sia pure su scala ridotta, in una sola circoscrizione – è manifesto che, in previsione dei prossimi appuntamenti elettorali, gli islamisti si organizzeranno per bene. E otterranno risultati sempre più importanti. In questo modo, la sostituzione delle norme della tradizione democratica occidentale con precetti coranici potrà prendere il via.
Anche da noi
E se qualcuno pensa che quanto accaduto in Germania non potrà succedere in Svizzera, sbaglia di grosso. In Romandia, a livello locale, si è già assistito ad un primo esperimento politico: un’associazione islamica ha sostenuto apertamente un referendum, poiché la proposta di legge contestata (si trattava del divieto di accattonaggio) sarebbe stata “contraria ai precetti del Corano”.
La trovata, per questa prima volta, non ha avuto successo, ma è chiaro che la resa dei conti è solo rimandata. Stante il regime di naturalizzazioni facili di persone non integrate, islamisti compresi, voluto - ed istericamente difeso dal triciclo PLR-PPD-P$$, imbesuito dal multikulti, è evidente che, dalle nostre parti, un partito islamico non farebbe fatica a trovare né i candidati, né gli elettori necessari per farsi largo nelle istituzioni. Quando si permette a persone con valori e modi di vita incompatibili con i nostri di diventare svizzere, il disastro è programmato. E quando il peggio accadrà (non manca molto) si saprà chi ringraziare. Vero partitocrazia?
Lorenzo Quadri / MDD