Ticino, 03 ottobre 2019
L'accusa dell'attore emergente, "la RSI favorisce i soliti noti"
Un concorso indetto dalla RSI per, come recitava il bando, “identificare delle autrici e degli autori che desiderino impegnarsi a lungo termine” e “favorire la crescita di autori locali” in serie TV di fiction. Ma a vincere il concorso sono in gran parte personaggi che in passato avevano già collaborato con l'emittente di Comano ricevendo anche ingenti finanziamenti (in un caso superiore al milione di franchi) per sviluppare programmi per la RSI.
È questa, in sostanza, l'accusa di un attore ticinese emergente, Sebastiano Pestoni, che mercoledì in un testo pubblicato sul portale ticinonline ha manifestato la sua amarezza per non essere stato selezionato in un concorso in cui i criteri erano “vaghi e di fatto inutili”, criticando allo stesso tempo la RSI di poca trasparenza.
Nel bando del concorso, la RSI intendeva infatti “identificare delle autrici e degli autori che desiderino impegnarsi a lungo termine” e “favorire la crescita di autori locali” limitando quindi e giustamente il concorso ad “autori svizzeri o domiciliati in Svizzera” che non hanno un rapporto lavorativo con la RSI “superiore al 50% dell’attività lavorativa”.
Detto in altre parole, l'emittente di Comano, cercava figure nuove o comunque poco affermate per aiutarli nella loro crescita professionale. “Identificare significa scoprire – scrive Pestoni - Di conseguenza, la RSI sembrerebbe voler scoprire autori locali (che per definizione non può già conoscere) e promuoverne la crescita che, rimanendo comunque un criterio soggettivo, sembrerebbe significare che questi autori non sono affermati. Sono emergenti.”
Il giovane attore critica però il limite del 50% alla collaborazione lavorativa tra RSI e partecipanti, perchè se da una parte l'intento che traspare è quello di evitare favoritismi o comunque di rispettare il criterio di scoprire
figure nuove, per Pestoni “un divieto del genere è completamente 'fuori mira' in quanto colpisce i normali impiegati della televisione come il segretariato, gli addetti alla pulizia, alla sicurezza, eccetera e non registi/produttori/sceneggiatori che già collaborano con la RSI ma evadono, per la natura della loro professione, il limite del 50%”.
Pestoni elenca poi i nomi di due dei vincitori del concorso che in passato hanno già collaborato con la RSI, beneficiando anche di vari finanziamenti che vanno dai 30'000 franchi fino a 1'100'000 per singoli programmi. Insomma risulta difficile credere che siano figure “da identificare” e che abbiano ancora bisogno di ulteriore aiuto, senza contare che, stando a Pestoni, i vincitori del concorso hanno, in tutto, già lavorato per oltre 20 anni “come giornalisti freelance, registi e redattori per la RSI ed il responsabile “produzione fiction” della televisione ha già co-prodotto un progetto di uno dei vincitori”.
Insomma un concorso i cui criteri non sarebbero stati rispettati per favorire “quella della sua piccola cerchia di conoscenze”, con il risultato di rendendere il mercato ticinese sempre meno dinamico, variegato e coraggioso. Questo concorso è stata un’occasione persa per introdurre nuove voci nel mercato cinematografico ticinese, consegnando un altro lucroso progetto in mani piuttosto familiari” aggiunge amareggiato Pestoni, che conclude facendo i “complimenti” agli autori del concorso e invitando la RSI a “pulire i propri vetri, perché di trasparenza se ne vede ormai poca”.
L'emittente di Comando, da parte sua, per voce della Produzione Fiction Alessandro Marcionni, respinge le accuse facendo presente che fra i vincitori del concorso vi sono anche figure nuove e che i finanziamenti citati prima non sono stati allocati a persone singole ma su interi progetti.