Sport, 27 ottobre 2019

2001, quel Lugano-San Gallo con oltre diecimila spettatori!

René Morf ricorda la sfida per il titolo di 18 anni fra ticinesi e biancoverdi

LUGANO - Sono già passati oltre 18 anni. La notte dei tempi o un secolo fa, calcisticamente parlando. Allora si parlava un’altra lingua: si correva di meno e si giocava la palla con più grazia e accuratezza. Correva l’anno 2001, la primavera era già sbocciata e maggio di apprestava a diventare il mese decisivo per l’assegnazione del titolo svizzero. L’11 settembre era dietro l’angolo… A Lugano, intanto, dopo tanti anni di delusioni (era dalla vittoriosa Coppa Svizzera del 1993 che i bianconeri non erano più protagonisti), era tornato l’entusiasmo e la voglia di andare allo stadio grazie ad un tecnico ticinese (l’indimenticato Roberto Morinini) e un gruppo solido e “solidale” che era riuscito a scombussolare le gerarchie del nostro calcio e issarsi ai vertici. Successe così che il 19 maggio del 2001 Morf e compagni si giocarono una fetta di titolo nella sfida interna contro il San Gallo, campione nazionale in carica. Quel sabato a Cornaredo c’erano oltre diecimila spettatori!

L’appello di Morinini
È storia di ieri ma anche di oggi. A Lugano l’affluenza di pubblico allo stadio non era (e non è) certamente entusiasmante. Ma per la partita che avrebbe potuto valere il titolo serviva l’appoggio dei tifosi bianconeri. E allora Roberto Morinini alla vigilia lanciò un appello: “ Se vogliamo essere campioni svizzeri dovete venire allo stadio a sostenerci”. Detto fatto accorsero in diecimila (e forse qualcosa di più) per vedere all’opera la squadra ceresiana, che in quella stagione aveva sorpreso un po’ tutti “Malgrado i grandi risultati ottenuti, in quel torneo la media-spettatori a Cornaredo era decisamente insufficiente. Si superava a malapena le 4 mila unità”. Fu una settimana di passione, in Ticino non si parlava d’altro. Persino Mauro Galvao, dal lontano Brasile, intervenne a mezzo stampa invocando lo spirito del Meazza di sei anni prima, quando il Lugano eliminò clamorosamente l’Inter dalla Coppa UEFA.

Una partita cattiva
Rene Morf, allora capitano del Lugano, ricorda che “quella gara fu particolarmente spigolosa e cattiva. Non si risparmiavano colpi, né da una parte né dall’altra. Giocammo in modo alquanto duro e il San Gallo ne risentì non poco”. Ma verso la mezz’ora successe qualcosa di imprevisto: l’attaccante di Trinidad e Tobago Nixon portò in vantaggio
gli ospiti, raggelando Cornaredo. “Non stavamo giocando bene – dice ancora Morf – Eravamo un po’ tesi a causa della posta in palio. E ciò provocò un pasticcio difensivo di Gaspoz che regalò al giocatore centroamericano la palla del vantaggio”. A quel punto sembrò che il mondo dovesse crollare addosso ai bianconeri. “Ma noi avevamo un carattere ed una mentalità vincente incredibile: e quell’episodio invece di abbatterci, ci caricò a mille” afferma l’ex capitano di lungo corso.

La magia di Bastida
Il primo tempo stava per scadere, quando Sergio Bastida si ricordò di avere i piedi buoni ed inventò un assist al bacio per Julio Rossi e l’argentino se ne andò a battere in contropiede il portiere dei san gallesi Stiel. Per i campioni svizzeri fu l’inizio della fine.

Dopo Nixon, scrisse allora il Mattino, venne il diluvio… E accadde proprio così, perché dopo appena un minuto dall’inizio della ripresa Christian Gimenez segnò il determinante gol del 2-1. “A quel punto, il San Gallo fu costretto ad aprirsi e noi ne approfittammo per colpire implacabilmente in contropiede. Dapprima con Türkyilmaz, subentrato a Gimmy e poi con Moukwelle. Poi ci fu l’apoteosi”, ricorda il buon Morf. Il San Gallo era tramortito e lasciava praticamente in Ticino le ultime chances di confermarsi campione. “Il pubblico andò in delirio, e alla fine ci fu una vera e propria festa, come se avessimo vinto il titolo” dice René.

Finale amaro
Il sabato dopo la squadra di Morinini andò a giocarsi il titolo al Tourbillon di Sion con oltre 500 tifosi al seguito. “Non eravamo purtroppo padroni del nostro destino. Dovevamo battere i vallesani e il San Gallo fermare in casa la capolista Grasshopper. Andò male: perdemmo al Tourbillon e le cavallette, dirette da Bidu Zaugg, vinsero all’Espenmoos, campo imbattuto sino a quell’ultima giornata”, afferma René Morf. Una stagione brillante conclusa male, anche se oggi tutti ricordano ancora con affetto la squadra e il suo “grande” e inimitabile allenatore Roberto Morinini. E quella sera del 19 maggio resterà per sempre scritta nella storiadel calcio svizzero. Per il 4-1 in favore dei bianconeri e per quel pubblico pazzesco di oltre 10mila spettatori. Quanta nostalgia…

A.M.

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