Compagine che da anni si sta facendo onore a livello nazionale e che quest’anno ha il la ghiottissima opportunità di partecipare – per la prima volta nella sua storia – alla prestigiosa Eurolega, inserita nel gruppo B unitamente agli spagnoli del Noia, ai portoghesi del Porto e agli italiani del Monza. I ticinesi cercheranno comunque di ben figurare. Purtroppo non è andata troppo bene l’esordio casalingo contro i lusitani, vincitori per 12-1 al termine di una sfida a senso unico.
Comunque: sul fronte svizzero, nelle ultime stagioni, il Biasca è stato l’assoluto protagonista. Dopo l’arrivo di Orlandi, nel 2018 ha perso il titolo nell’incontro secco contro il Diessbach (subendo il gol decisivo a 4 secondi dalla fine!), mentre quest’anno ha finalmente centrato il “bersaglio” storico battendo il Montreux in 4 incontri (3-1 nella serie). Nell’attuale campionato il Biasca si sta riprendendo dopo un avvio un po’ laborioso. Per parlare di questa incredibile realtà sportiva, abbiamo interpellato il capitano Ivan Ruggiero, giocatore di notevole carisma e di grande esperienza. Partendo, ovviamente dall’Eurolega.
Partecipare alla Champions è come coronare un sogno: ambizioni ovviamente limitate ma avete l’occasione di fare esperienza contro avversari di altissimo livello.
Naturalmente sappiamo che questi squadroni sono fuori dalla nostra portata, ma noi questo impegno lo vogliamo rispettare fino in fondo. Ci permetterà di raccogliere tanta esperienza e di crescere in ambito svizzero e internazionali. Siamo davvero contenti di affrontare questa competizione, pur consapevoli che sarà uno stress non indifferente, visto che non siamo professionisti come in Spagna, in Italia o in Portogallo. L’Eurolega rappresenta per noi un grande traguardo che cercheremo di sfruttare al meglio. L’inizio è stato durissimo ma lo sapevamo…
Sarà dura...
Noi ci proviamo a prescindere, si scende in campo sempre per vincere, l’ importante è dare sempre il massimo affrontando l’avversario con la giusta predisposizione mentale. Poi, tutto quello che verrà, sarà di guadagnato.
Lei è capitano da una decina di anni appunto…
Non possiamo dimenticare che a creare le fondamenta di questa società è stata la famiglia Losa. Ad un certo punto Lory Losa, durante una cena, mi disse che era giunto il momento di cambiare.
Smise di giocare e mi consegnò la fascia.
Insomma, quando c’è da picchiare i pugni sul tavolo per dare una scossa al gruppo lei c’è…
Assolutamente, io cerco sempre il dialogo ma se di tanto in tanto bisogna alzare la voce lo faccio, e le assicuro che in quel momento non sono proprio un… agnellino.
Abbiamo detto che il Biasca è una compagine fatta in casa, un caso più unico che raro in ambito svizzero, e non solo.
Siamo davvero una grande famiglia, vivere in un ambiente simile è davvero molto stimolante. Lottiamo per la maglia, siamo maggiormente consapevoli di quello che rappresentiamo.
L’anno prossimo il club rivierasco festeggerà 35 anni, un traguardo davvero significativo.
Ci piace aver smentito coloro che pensavano che la nostra storia fosse solo un… fuoco di paglia. I dirigenti
passati – partendo appunto dalla famiglia Losa – hanno lavorato in modo impeccabile per far crescere questo sodalizio, poi altri hanno continuato la loro missione ed ora siamo qui pronti a dire la nostra. Siamo cresciuti anche a livello giovanile, pur non disponendo di un numero maggiore di ragazzi rispetto a tanti altri club di prestigio della Svizzera. Il vivaio può contare attualmente su una ventina di ragazzi che stanno imparando, poi una decina di Under 13, Under 15 e Under 17.
L’ingaggio di Alberto Orlandi ha rappresentato la vera svolta del Roller Biasca.
Effettivamente è così, visto il suo incredibile palmarès. Nel campionato 2017/2018 siamo riusciti ad approdare in finale e solo la sfortuna, a 4 secondi dalla fine, ci ha impedito di vincere il titolo contro il Diessbach. Quest’anno invece è andata alla grande.
L’ingaggio di Alberto Orlandi ha rappresentato la vera svolta del Roller Biasca.
Effettivamente è così, visto il suo incredibile palmarès. Nel campionato 2017/2018 siamo riusciti ad approdare in finale e solo la sfortuna, a 4 secondi dalla fine, ci ha impedito di vincere il titolo contro il Diessbach. Quest’anno invece è andata alla grande.
Uno scudetto che difficilmente dimenticherete. Dopo aver perso gara-1 dei playoff, nella seconda sfida eravate sotto per 3-0 nel primo tempo, poi…
Si pensava che il Biasca fosse già alla deriva ed invece non è stato così. Coach Orlandi ci ha spronati alla pausa, dicendoci che niente era scontato fino all’ultimo e che dovevamo crederci per ripigliare il treno della finale. Così è stato perché abbiamo ribaltato la partita vincendo per 5-3. Questo successo ha scosso psicologicamente il Montreux che non si è più ripreso e noi abbiamo chiuso il conto vincendo anche la terza e la quarta sfida della finale.
Abituati a ben altri contesti, Orlandi ha così saputo adattarsi alla piccola realtà ticinese.
Ha lavorato in modo davvero umile, senza far pesare il suo carisma. Lentamente e gradualmente i suoi metodi hanno fatto scuola e per noi giocatori tutto è stato più facile. Alberto ci ha fatto capire determinati punti per migliorarci sul piano generale, aumentando anche l’intensità degli allenamenti, anche in funzione dell’Eurolega, dato che disputeremo un incontro al mese.
Il Biasca non era certo il team più forte, ma ha saputo ugualmente finire sul gradino più alto del podio.
Questo proprio grazie alla grande compattezza e all’unità del gruppo, doti che possono anche superare il maggior tasso tecnico degli avversari. Orlandi ha in sostanza saputo sfruttare il potenziale di tutti i giocatori, vecchi e giovani. Inoltre ha tolto a noi iocatori tutta la pressione. Anche sul piano mentale è stato un allenatore decisivo.
Quest’anno il vostro inizio è stato difficoltoso, poi vi siete ripresi.
Forse eravamo appagati, non lo so. Sta di fatto che, ad un certo punto, ci siamo guardati tutti negli occhi ed abbiamo deciso di dare un giro di vite al nostro gioco ed ora ci siamo riportati in zona playoff.
L’obiettivo è dunque di rivincere il titolo...
Cerchiamo innanzitutto di arrivare ai playoff, poi potremo stabilire altri traguardi. La concorrenza è agguerrita e riconfermarsi non è mai facile visto che tutti ti aspettano al varco. Comunque siamo sicuri di avere i mezzi per essere ancora tra i grandi protagonisti e di conseguenza venderemo cara la pelle a tutti, questo è poco ma sicuro.Inoltre vogliamo far bene anche in coppa svizzera.
Altro fatto significativo è che il bomber del Biasca è proprio un prodotto fatto in casa, ossia Gregorio Boll, fratello di Camillo Boll.
È un vero ariete, ha grandi doti tecniche e questo è stato notato anche la federazione svizzera che lo ha convocato addirittura nella nazionale maggiore. Senza dimenticare i giovani, come Timoty Devittori inserito nella Under 19 e Tiziano Tatti – il nostro portiere, pure inserito nei quadri nazionali. Studia a Zurigo e quindi facciamo giocare il portiere spagnolo David Domenec Valls.
G.M.