Presidente: con il nuovo Palaroller, la vostra società si è lanciata nel futuro e creato anche un entusiasmo forse non previsto. Conferma?
Sicuramente la nuova struttura ha garantito al Roller Club Biasca di guardare al futuro con ottimismo e sicurezza. Per quanto riguarda l’entusiasmo la nostra società è sempre stata molto seguita. Sicuramente nella vecchia struttura i mesi invernali, visto che non era riscaldata, pesavano molto dal punto di vista dell’affluenza alle partite e di conseguenza sulle casse della società. Il nuovo Palaroller ora ci permette di riservare ai nostri tifosi un ambiente caldo e confortevole per tutto l’anno; i nuovi spalti consentono poi una visione totale del campo e il dopo partita risulta essere un momento conviviale apprezzato.
A Biasca siete ormai la prima società, visto che il calcio è praticamente sparito e i Rockets di hockey sono emigrati a Bellinzona (alle partite, per altro, non si arrivava a 200 spettatori, cifra che voi superate senza problemi).
Come detto in precedenza già prima dell’edificazione del nuovo Palaroller Raiffeisen riuscivamo ad avere un buon pubblico. Quello che è cambiato è che ora la media spettatori è raddoppiata così come gli sponsor e di conseguenza la nostra visibilità sul territorio delle tre valli e non solo. Essere una società di riferimento ci rende sicuramente orgogliosi perché testimonia il buon lavoro svolto in questi anni.
Il nuovo Palaroller significa più praticanti? Avete più giovani?
Si, senza dubbio le iscrizioni dei più giovani sono aumentate in maniera importante. Un genitore quando porta il figlio in pista trova ora una struttura all’avanguardia e uno staff preparato per far crescere il proprio figlio sotto il punto di vista sportivo e non solo. Al momento abbiamo 4 squadre juniores (U9-U11-U13U17) e una scuola roller per i più piccoli che vogliono affacciarsi a questo sport sì di nicchia ma estremamente completo e dinamico. Da questa stagione siamo riusciti ad iscrivere anche una squadra nel campionato di Seconda Lega che permette un passaggio dalle serie giovanili alla Lega Nazionale A meno brusco e nel contempo permette a chi prima era giocatore nell'élite di continuare a praticare il roller ad un livello meno impegnativo.
Il vostro è un comitato giovane. Una scelta?
Più che una scelta direi una conseguenza: quando sono passato da direttore sportivo a presidente eravamo rimasti in due del “vecchio” comitato. Per cui ho cercato di contornarmi di persone conosciute e fidate e che sapevo avrebbero portato un valore aggiunto a tutto il club. Ogni membro di comitato ha grande esperienza per il ruolo che ricopre, la giovane età ci da l’energia e la motivazione per lavorare e cercare di fare sempre meglio.
Avete vissuto anche l'esperienza europea. Esperienza che vi ha aperto nuovi orizzonti.
Siamo tornati in Europa dopo diversi anni di rinunce visto che il vecchio palazzetto non ci consentiva più di ospitare gare internazionali senza il rischio di incappare in qualche sanzione dovuta alle condizioni della struttura. La differenza è che quest’anno siamo riusciti a qualificarci per le fasi finali della competizione, cosa che non era mai riuscita a nessuna compagine elvetica e questo è sicuramente uno stimolo ulteriore e un'altra spinta per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati.
Avete i mezzi attualmente per puntare ai tornei continentali?
Diciamo che le competizioni europee si suddividono in tre ( un po' come nel calcio) per le prime due non c’è sicuramente storia, si possono magari passare i primi gironi ma una volta superati ti trovi davanti squadre professionistiche al 100% e magari polisportive del calibro di Barcellona, Porto o Benfica. Per l’ultima competizione (quella a cui abbiamo partecipato l’anno passato) diciamo che provarci è sicuramente fattibile e doveroso.
E allora: quali sono gli obiettivi stagionali?
Per quanto riguarda il settore giovanile l’obbiettivo principale è quello di far crescere i nostri giovani ed incrementare ancora il numero di iscritti. Abbiamo in programma un tour nelle scuole per farci conoscere ancora di più e continuiamo con la promozione della scuola roller. Per quanto riguarda massima serie, senza girarci in giro troppo, l’obbiettivo è quello di vincere. Abbiamo ampliato lo staff con l’inserimento di un preparatore atletico che seguirà la squadra tutto l’anno e nella preparazione di agosto abbiamo avuto l’onore e sicuramente anche l’onere di ospitare il guru dei preparatori atletici per quanto riguarda il nostro sport, lo spagnolo Ramon Riverola, il quale per una settimana ha seguito tutte le nostre squadre. Troviamo estremamente importante non lavorare unicamente sul mercato dei giocatori ma prima creare una struttura organizzativa e tecnica di qualità.
Il roller svizzero come se la passa?
Bella domanda: in generale credo stia uscendo o debba assolutamente uscire da una fase calante. Siamo in circa tre team di LNA che si sono prefissati l’obiettivo di portare alla federazione delle soluzioni per ammodernare tutta la gestione e di conseguenza l’immagine di questo sport. Ritengo che il tempo per fare questo passo sia ormai scaduto per cui vedremo cosa succederà nei prossimi mesi. Il comitato direttivo della federazione è appena cambiato per cui credo ci siano i presupposti per fare bene.
Voi attingete spesso sul mercato italiano...
Lo abbiamo fatto spesso negli anni passati, da 5 anni a questa parte il nostro”straniero” professionista è Pablo che è arrivato direttamente dall’Argentina per cui dipende veramente dal momento e da quello che si cerca. Il fatto di cercare in Italia è sicuramente più semplice per un fattore di vicinanza e di qualità dell’hockey a rotelle. L’aspetto fondamentale deve essere quello di non portare stranieri o giocatori a Biasca unicamente per una stagione o per cercare di vincere un campionato ma devono poter sposare un progetto in modo da far crescere l’intera struttura societaria.
40 anni fa nasceva la vostra società. Inizialmente nessuno credeva che un giorno questo club potesse arrivare sino in Europa. Che ne pensa?
Innanzitutto un ringraziamento alla famiglia Losa, che lanciato questo club nel 1985 (il padre presidente e i tre figli giocatori e ovviamente tutto un seguito di amici). L’Europa così come il titolo svizzero sono il risultato del lavoro svolto prima di tutto con la passione, l’amore per questo sport e questa società, e senza interessi finanziari personali per cui restano successi genuini. Ho sempre creduto nell’enorme potenziale del Biasca e ora stiamo cercando di sfruttarlo appieno per garantirgli almeno altri quarant’anni di gloriosa storia!
MDD





