Mentre in queste settimane non si parla che quasi esclusivamente e comprensibilmente dell’emergenza generata dalla pandemia da Coronavirus, molto poco si dice di un’altra emergenza che rischia di avere un effetto destabilizzante sul continente europeo: quella provocata dalle centinaia di migliaia di profughi e migranti spinti dalla Turchia verso l’Europa. Alla fine del mese di febbraio, la crisi turco-siriana si è ulteriormente acutizzata e, dopo la morte di 33 soldati turchi e di alcune centinaia di siriani, il governo turco, per reagire al mancato sostegno europeo nella sua azione militare contro il governo di Al Assad, ha deciso unilateralmente di recidere l’accordo stipulato con l’Unione europea (UE) nel 2016, attraverso il quale Ankara si impegnava a bloccare i flussi migratori verso l’Europa, in cambio di 6 miliardi di euro, non tutti devoluti direttamente al governo centrale. Cancellato l’accordo e aperte le frontiere, migliaia e migliaia di migranti – non solo siriani, ma anche afgani, pachistani, marocchini e chi più ne ha più ne metta - si sono incamminati e imbarcati verso la Bulgaria e la Grecia, provocando tensioni e scontri ai confini con quest’ultima nazione.
Nel 2016, l’UE ha inforcato una strada apparentemente comoda (mantenere i migranti in Turchia in cambio di soldi), ma assai pericolosa, dando in mano il coltello per il manico al despota turco, che adesso lo sta infatti utilizzando abilmente, tenendo in scacco e ricattando le autorità di Bruxelles. Erdogan ha nel frattempo alzato la posta in gioco, chiedendo – per ora, pare, inutilmente – un’ulteriore tranche di 500 milioni di euro ed è verosimile credere che in futuro potrebbe ulteriormente accrescere la richiesta di soldi e non solo.
UE debole e paurosa
Si muove sicuro il despota turco, dopo aver ristretto e cancellato con il pugno di ferro diverse libertà fondamentali nel suo paese; si muove con estrema disinvoltura e spregiudicatezza di fronte ad una debole e impaurita UE, dettando le proprie condizioni per limitare le ripercussioni di un nuovo esodo di profughi, anche dopo l’incontro, durante questa settimana, con i vertici di Bruxelles. Ma davvero i politici europei riescono a fidarsi di un simile ed inaffidabile personaggio, che nei giorni scorsi si è persino permesso di ridicolizzare e provocare la Grecia (storica nemica), invitandola a mandare i migranti verso gli altri paesi europei? Per il momento, grazie anche alla pressione esercitata principalmente dalla Grecia e da alcuni paesi comunitari, come l’Austria, parrebbe che l’UE sia intenzionata a