Ticino, 23 aprile 2020

Aeroporto, "non ce la siamo sentita di chiedere il prestito"

LUGANO – È una svolta senza dubbio importante: LASA andrà in liquidazione ordinata, ma lo scalo non chiude. Toccherà poi alla Città di Lugano pensarci. Non verrà chiesto nessun prestito al Ticino, a Lugano e a Banca Stato, perchè la condizione delle ultime settimane ha fatto sì che difficilmente quei soldi sarebbero stati restituiti. Lo ha comunicato il CdA di LASA, con Filippo Lombardi e Marco Borradori (in rappresentanza di Lugano). La Città luganese porterà avanti lo scalo durante la fase di transizione che tutti si augurano vada verso una gestione da parte dei privati. 
 

Lombardi: "Non fallimento ma liquidazione"
 

“Pensavamo di potercela fare chiedendo prestiti, sull’andamento dei primi due mesi e mezzo di esercizio dell’aviazione generale. Anzi, essi avevano portato all’aumento del 40% della cifra di affari. Su quella base, a fine marzo, saputo che si andava verso un rinvio della vorazione popolare, sembrava logico al CdA fare tutto il possibile arrivare vivi coi prestiti citati (quelli permessi dalla Confederazione in ottica Covid), in modo che decidessero i cittadini e non il virus”.

“Ma quel che è successo dopo è andato al di là di quel che potevamo prevedere. C’è stato un crollo verticale, arrivando a un solo volo privato al giorno. Tutte le attività accessorie che garantivano redditi sono sospese, dal ristorante alla scuola: tutto è paralizzato e da fine marzo la situazione è molto molto, davvero peggio di quella che avevamo sotto gli occhi quando volevamo chiedere i prestiti”.
 

“Tutti hanno avuto notizie di seconde ondate, di ritorni, per cui la decisione di tenere una votazione a fine giugno è a sua volta sospesa, perché se dovesse esserci un nuovo peggioramento la situazione farebbe prolungare di ulteriori mesi la votazione. Di fronte a incertezza il CdA ha ritenuto che non sarebbe stato fondamentali chiedere prestiti a Lugano, al Consiglio di Stato e un altro garantito dalla Confederazione, sapendo che con assoluta verosimiglianza che non si sarebbero potuto rimborsare. Quindi il CdA è entrato in una seconda fase di riflessione e si è chiesto che cosa si può ancora fare per garantire almeno una transizione dall’attuale LASA a un futuro che non sia di chiusura pura e semplice. Tutti siamo d’accordo che l’obiettivo deve essere quella”.
 

“Discutendo con i due azionisti, che sono loro che portano le responsabilità, anche se pure il CdA ne ha, abbiamo capito che era meglio cercare un’altra strada. Ne parlerà il sindaco di Lugano, dato che la Città è proprietaria del sedime. Desideriamo garantire un’ordinata transizione verso le soluzioni auspicate da più parti, per esempio una che coinvolgesse operatori privati. Il virus ha reso impossibili le trattative per la ripresa del volo Lugano-Ginevra, dato che qualsiasi compagnia aveva altri problemi. La parte dei voli di linea è dunque sospesa, non sappiamo quando e come potrebbe ripartire, lo capiscono tutti”. 
 

"La proposta, condivisa (anche se dovrà essere confermata da un'Assemblea), è di porre la Lugano Airport società

anonima in liquidazione ordinata, che permetterà fra le altre cose di garantire il versamento degli stipendi e degli oneri sociali fino alla fine maggio, il corretto indennizzo dei creditori privati e, cosa a nostro avviso ancor più importante, la continuità di un esercizio che andrebbe ripreso dalla Città di Lugano. Non è un fallimento, comunque. Ci sarà un esercizio minimale in grado di garantire i servizi base da parte della Città".
 

"Lugano Airport come SA va verso la liquidazione ma non fallisce, ha organizzato il tutto in modo che gli oneri vengano rispettati e che la continuità possa essere garantita".
 

Borradori: "Non ce la siamo sentita di chiedere il prestito"
 

"Se torniamo indietro al 18 marzo, quando il Consiglio di Stato ha fatto sapere che le votazioni comunali sarebbero state posticipate di un anno è stata chiara una cosa: anche quelle sull'aeroporto sarebbero slittate. Il rischio grosso era che LASA perdesse la sua partita senza neppure poter entrare in campo. Non bisognava essere profeti per dirlo, fino al 26 aprile ci eravamo organizzati anche dal profilo finanziario per sostenere i costi e poter garantire la votazione, il dopo sarebbe stata una difficoltà. La si poteva superare, ma a prezzi notevolissimi: LASA non aveva bisogno di prestiti bensì di fondi. Avremmo ricevuto prestiti dal Cantone, del Comune, della Banca dello Stato, ci abbiamo pensato molto, abbiamo cercato di capire come si potevano trovare i 500mila franchi di prestito. Non ce la siamo sentita, sapevamo che sarebbe stato difficilmente rimborsabile. LASA non era una società sana, nonostante la buona volontà".
 

"Abbiamo una società che sta soffrendo, da tutti i punti di vista. Ma ci siamo detti perchè noi, che l'avremmo anche ottenuto, avremmo dovuto avere un prestito? Non ce la siamo sentiti. Per LASA è una giornata triste, dopo aver vinto due partite in Gran Consiglio e Consiglio Comunale a Lugano senza poter giocare la terza lascia l'amaro in bocca".
 

"Ci dispiace, è evidente. Ma con lo scenario nato nelle ultime due settimane ci può essere una continuità. Ci sono ditte anche nel nostro piccolo mondo che hanno un successo clamoroso e poi lasciano a spasso i propri collaboratori: noi possiamo dire che fino al termine della disdetta, a maggio, i nostri lavoratori riceveranno lo stipendio. È il primo punto che mi sembra importante. Tutti i nostri fornitori fedeli, che lavorano da anni, vedranno saldati i frediti. e anche SkyGuide ha accettato di veder ridotto il suo credito, otterrà quel che gli spetta. Usciamo a testa alta, mettendo la chiave sotto il cuscino ma non nascondendo la testa. Spero che anche i sindacati e i collaboratori ce ne diano atto, capiscano che abbiamo guardato alla realtà dei fatti".
 

"Il sogno è andare verso una gestione privata. Ci sarà una fase di transizione importante, dove l'obiettivo è che un gruppo di privati possa acquisire la gestione dell'aeroporto. Nel frattempo la Città di Lugano assicurerà la continuità dell'aeroporto, con un nucleo più snello possibile".
 

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