Svizzera, 30 aprile 2020

“Il frontalierato influenza i salari nelle zone di confine”

Intervista a Didier Froidevaux, economista dell’Ufficio federale di statistica di Neuchâtel

In Ticino si guadagna molto meno rispetto al resto della Svizzera. Nessun’altra regione della Confederazione si avvicina al livello salariale del nostro Cantone. All’opposto invece c’è Zurigo, dove ogni mese un lavoratore si mette in media un paio di migliaia di franchi in più nella saccoccia. Lo dice la rilevazione svizzera della struttura dei salari nel 2018, pubblicata in settimana dall’Ufficio federale di statistica di Neuchâtel. Di questo aspetto e di altri punti salienti della rilevazione abbiamo parlato con Didier Froidevaux, economista presso l’istituzione neocastellana.

Signor Froidevaux, la vostra ricerca mostra che il Ticino è la regione con il livello salariale più basso, mentre quella di Zurigo è quella dove si guadagna di più. Avete affermato che ciò è dovuto “in gran parte alla concentrazione di rami economici a forte valore aggiunto in determinate aree geografiche, nonché alle specificità strutturali dei mercati regionali del lavoro”. Una di queste specificità è la forte presenza della manodopera frontaliera? Si tratta di un problema comune alle varie regioni di confine della Confederazione?

Cominciamo col dire che il mercato del lavoro in Svizzera non è omogeneo, poiché ogni regione presenta le proprie peculiarità nel settore delle attività economiche. Detto questo, la forte presenza di lavoratori provenienti dalle zone di frontiera esterne alla Confederazione è una di queste caratteristiche. Ma non è solo il Ticino che è toccato da questa situazione, ce ne sono molte altre, tra le quali citerei, fra le altre il canton Giura, Basilea o Ginevra.

Il mercato del lavoro elvetico è globalmente in buona salute. Le differenze fra salari più alti e salari più bassi ne sono un indicatore?

Certamente. La piramide dei salari, che mostra gli scarti tra gli alti e i bassi salari, illustra le differenze esistenti tra i differenti settori economici, siano essi a debole e forte valore aggiunto, così come le strutture e i profili differenti per quel che riguarda il livello del personale salariato. E sto parlando di livello di formazione, di responsabilità, esigenze che richiede l’impiego, eccetera.

Quindi?

L’evoluzione degli scarti tra il basso e l’alto di questa piramide evidenzia le dinamiche differenti che caratterizzano tutti settori economici. Lo stesso discorso vale poi pure per l’evoluzione dei profili della mano d’opera salariata.

Un’altra buona notizia a cui voi date buon risalto nei vostri commenti è la diminuzione
nelle remunerazioni tra uomini e donne. Ma al di là di ciò le differenze rimangono nette. Il tutto è legato alla difficoltà delle donne a issarsi nelle classi di salario più alte?

Non solo. Le differenze di salario tra i sessi diminuiscono, questo è vero. Ma possiamo osservare che questi divari salariali mettono soprattutto in evidenza l’inserimento differente di uomini e donne nel mercato del lavoro. Poi possiamo pure constatare che più il livello gerarchico del posto di lavoro è alto, maggiori sono le differenze di guadagno fra i due sessi. Questo sempre a sfavore delle donne.

Può farci un altro esempio?

Certamente. Per capire meglio la situazione basta osservare le categorie lavorative dove si guadagna di meno. È proprio in queste che troviamo una maggioranza di lavoratrici. È solo uno degli esempi che si possono citare quando parliamo di disparità salariali.

A proposito di posti a bassa retribuzione, anche nell’ultimo rilevamento hanno guadagnato una parte di mercato. Dobbiamo pensare che questa tendenza proseguirà anche nei risultati delle prossime ricerche?

Difficile da affermare. Quello che possiamo però osservare è che tra il 2016 e i 2018 il gruppo di chi ha guadagnato di meno è costantemente, anche se leggermente, aumentato. Se diamo però un’occhiata all’evoluzione su 10 anni, ossia quella tra il 2008 e il 2018 possiamo vedere che il loro numero è rimasto piuttosto stabile.

Eccoci con la classica domanda da un milione: la crisi sanitaria avrà un’influenza sul livello salariale?

È troppo presto per dire quali effetti questo rallentamento della congiuntura avranno sul livello dei salari nel 2020 e negli anni che ci attendono. Quello che è certo è che la crisi sta avendo un grosso impatto su tutti i settori economici. Noi, all’Ufficio federale di statistica osserveremo molto attentamente l’andamento del mercato del lavoro e dei salari in questo nuovo periodo di crisi.

I dati in vostro possesso vi potranno dare delle indicazioni interessanti, però.

Assolutamente sì. I dati che sono scaturiti dall’Inchiesta svizzera sui salari del 2018 costituiranno una base di referenza, perché ci dicono qual è il livello di remunerazione in Svizzera prima della crisi. Grazie a questi dati procederemo poi alla valutazione degli effetti che la pandemia avrà avuto sulla dinamica dei salari.

O.R. / MDD


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